Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
7 luglio 1881 – Prima puntata di Pinocchio
Il 7 luglio 1881, sul Giornale per i Bambini, uscì la prima puntata de “Le Avventure di Pinocchio. L’autore era Carlo Lorenzini che da anni si faceva chiamare Collodi in onore del paese d’origine della madre.
Con questo burattino voglio girare il mondo – dice Geppetto nel secondo capitolo del libro. In effetti, Pinocchio che è stato tradotto in qusi tutte le lingue del mondo di strada ne ha fatta molta. Un burattino universale, ma dov’è nato realmente? Molte sono le città che ne rivendicano i natali.
Prima fra tutte, Collodi, grazie allo pseudonimo dello scrittore. A San Martino in Colle, nel comune di Capannori, sono convinti di possedere la quercia dove il burattino fu impiccato dal Gatto e la Volpe. A San Miniato Basso ricordano che cento anni fa il paese si chiamava proprio Pinocchio.
Collodi non si è sbilanciato sulle origini del suo burattino ma, certo, qualche traccia l’ha lasciata.
Carlo Lorenzini ha vissuto gli ultimi anni della sua vita, quelli che dedicò alla scrittura di Pinocchio, in via della Petraia a Castello nella villa Il Bel Riposo. Nel 1871 Castello era parte del territorio del comune di Sesto Fiorentino.
Pinocchio potrebbe quindi essere sestese. Impossibile affermarlo con certezza ma alcune coincidenze lo possono far pensare:
– in via della Petraia esisteva un falegname che per il suo naso rosso era detto i’Nappa e che poteva ricordare Mastro Ciliegia;
– il giardiniere di casa Gerini trovò veramente dei soldi nel campo della Villa.
– davanti alla villa esisteva veramente un’osteria
– il paese dei barbagianni poteva essere benissimo quella Colonnata sede della Manifattura Ginori diretta dal fratello di Collodi e da cui gli operai uscivano imbiancati di caolino dopo una giornata di lavoro.
– la fiera annuale di piazza del Comune Sesto con le sue giostre e i banchi con i dolci poteva essere il paese dei balocchi.
– l’immenso acquitrino che si trovava all’Osmannoro ricorda molto il mare di Pinocchio
– Giangio era un ortolano di Sesto.
E la fata Turchina? Pare che fosse Giovanna Ragionieri, la figlia del giardiniere di villa “Bel Riposo”, morta negli anni ’50 del secolo scorso e oggi sepolta nel cimitero di San Michele a Castello.
Pinocchio è quindi sestese? Chissà. Personalmente preferisco pensare che Pinocchio non abbia una casa. O meglio, non ne abbia una soltanto, e che continui a vivere nelle case di tutti quei bambini che hanno ascoltato a bocca aperta la sua storia e che continuano a pensare che si possa vivere anche senza le regole bislacche degli adulti.
Daniele Niccoli
Per leggere le puntate precedenti clicca qui e vai sulla pagina del sito tuttosesto.net