7 ottobre 1827 – Manzoni parte da Firenze con “i panni risciacquati”

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Ponte alle Grazie
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

7 ottobre 1827 – Manzoni parte da Firenze con “i panni risciacquati”

Intorno alla fine di agosto del 1827, Alessandro Manzoni giunse a Firenze. Il suo era un viaggio di lavoro, aveva appena pubblicato la prima versione dei Promessi Sposi, ma non era del tutto soddisfatto. Pensava che fosse necessario un soggiorno nella città del fiore per sciacquare i panni in Arno, cioè per scrivere una nuova versione più vicina alla lingua parlata a Firenze dai ceti colti e quindi per conferire all’opera un vero carattere nazionale. Per questo sviluppò un’intensa collaborazione con i letterati del gabinetto letterario Vieusseux, sorto solo pochi anni prima.

ho settantun lenzuolo da risciacquare, e un’acqua come Arno,
e lavandai come Cioni e Niccolini,
fuor di qui non le trovo in nessun luogo (Alessandro Manzoni)

Durante il soggiorno a Firenze il Manzoni apparve più interessato alla lingua che alle bellezze della città. Comunque sempre meglio del Leopardi che, presente in città nello stesso periodo, dimostrò di non amarla molto:

Se non fosse stata la mala disposizione della salute, che mi vieta di viaggiare con questi caldi, avrei lasciato Firenze assai volentieri, perché ti confesso che questa città.. mi riesce molto malinconica. Questi viottoli che si chiamano strade mi affogano, questo sudiciume universale mi ammorba; queste donne sciocchissime, ignorantissime e superbe mi fanno ira (Giacomo Leopardi)

Se lo diceva lui che di malinconia certamente se ne intendeva, dobbiamo crederci. Certo che a Firenze in quel periodo, come si dice, faceva buca. Tanti personaggi illustri decidevano di soggiornarci per qualche tempo e tutti esprimevano un loro giudizio. Mark Twain uno di questi:

è assai di moda ammirare l’Arno. E’ un grande storico torrente con quattro palmi d’acqua nell’alveo e qualche zattera che ci naviga dentro… lo chiamano fiume…questi scorbutici e irascibili fiorentini. Confermano l’illusione costruendoci perfino ponti sopra (Mark Twain)

Verrebbe da dirgli:- Ma chi te lo legge quell’ Huckleberry Finn? Torna pure sul Mississipi. Poi però ti ricordi dell’irriverenza dei suoi personaggi e, magari, ti capita di leggere nella sua autobiografia il vero giudizio sulla città e così ci ripensi:

Dopo nove mesi di familiarità con questo panorama, io penso ancora, come al principio, che questa è l’immagine più bella del pianeta, la più incantevole a guardarsi (Mark Twain)

 

Daniele Niccoli

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