7 settembre 1730 – La fine de’ Becchi

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Via della Rosa 2

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

7 settembre 1730 – La fine de’ Becchi

I Signori Capitani di parte il 7 Settembre 1730 decretarono il cambiamento di nome dell’antica via de’Becchi in via della Rosa. Vennero così accolte le richieste che, ormai da centinaia di anni, arrivavano alle autorità dagli abitanti di quella strada. In particolare dagli uomini. E’ risaputo infatti che il termine “Becco” da sempre indica un cornuto felice. Questa è la giusta definizione secondo l’Accademia della Crusca:

Becco è il maschio della capra e Becco diciamo a chi lascia giacere altrui colla propria moglie, perché questo animale di ciò non se ne adira, siccome gli altri; e dicesi anche d’ogni ammogliato la cui moglie giaccia con altri

Quel 7 settembre quindi fu decretata la fine dei becchi che, pure erano stati grandi protagonisti delle novelle fiorentine dei secoli precedenti. Uno su tutti, Nicia Calfucci, un vecchio notaio che nella Mandragola di Niccolò Machiavelli è talmente accecato dalla voglia di avere dei discendenti da farsi raggirare da Callimaco, il medico che così coronerà il sogno di diventare l’amante della sua bellissima moglie Lucrezia.

Io non vo’ fare cotesto
Perche?
Perché io non vo’ fare la mia donna femmina, e me becco.
(Niccolò Machiavelli)

La cosa buffa è che secondo un’antica tesi, l’epilogo del raggiro si consumò in quella che oggi è via dell’Amorino e che un tempo si chiamava via dell’Amoricchio.

La toponomastica cittadina d’altra parte può giocare brutti scherzi e comunque continua a testimoniare quanto sia insito nell’animo fiorentino la voglia di dividersi e di mostrare disaccordo su tutto. Quindi, se è normale, vista la storia della città, trovare una via Guelfa e una via Ghibellina, meno razionale appare la presenza di Borgo Allegri e di via de’ Malcontenti, di Viale dei Bambini e di via Vecchietti, di via della Stufa e di via delle Ghiacciaie, di via Cecioni e di via Fagiuoli, di via de’ Banchi e di via delle Panche, di via dell’Inferno e di via del Paradiso passando naturalmente per via del Purgatorio e piazza del Limbo.
Detto anche di piazza della Passera e di piazza Uccello, non possiamo non ricordare che Firenze è l’unica città in cui si trova la via delle Belle Donne.

 

Daniele Niccoli

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