Lorenzo Ballerini, consigliere comunale di Campi a Sinistra, ha votato in maniera contraria al Piano Strutturale di Campi Bisenzio, adottato dal Consiglio durante la seduta di martedì 16 giugno:
“Quello votato ieri è un progetto di città che non ha niente di innovativo e ripete gli stessi schemi del passato: un eccessivo consumo di suolo che porta a una crescente frammentazione del paesaggio originario.
Questo viene confermato dalle parole che si possono leggere nella relazione sugli “Aspetti ecologici” inserita all’interno del Piano stesso: “la Piana Fiorentina, in quanto una delle aree con il più alto grado di urbanizzazione d’Italia, è uno dei luoghi della Penisola dove è più facilmente osservabile l’effetto dovuto alla frammentazione del tessuto ambientale originario a causa della presenza diffusa di grandi e medie infrastrutture che costituiscono imponenti ‘barriere ecologiche’”.
E ancora, le scelte non inserite nel Piano ma oggetto di discussione proprio in queste ore, ci fanno preoccupare e non poco.
L’idea della costruzione del nuovo stadio, come sostenuto dall’Osservatorio sulla sostenibilità, andrebbe a ricadere su un’area classificata per quanto riguarda il rischio idraulico come massima pericolosità, classe P3, in contrasto con il progetto del Parco della Piana.
Durante la lunga discussione si è sottolineato a più riprese la necessità di salvaguardare un territorio fortemente modificato e urbanizzato, ma niente è stato davvero messo in programma per ripensarlo davvero in termini di sostenibilità ambientale, senza quindi riuscire a proporre una visione di una di città davvero aperta e innovativa, davvero moderna nella direzione appunto di un radicale cambiamento nel suo modello di sviluppo, nella sua mobilità e nella sua crescita.
L’epoca che stiamo vivendo, segnata da una drammatica crisi sociale e ambientale, dovrebbe essere caratterizzata da scelte coraggiose indirizzate esclusivamente verso lo stop al consumo di suolo.
Invece niente e le criticità non sono finite.
Dallo studio sulla mobilità emerge una realtà sempre più triste: i ragazzi di Campi Bisenzio si spostano sempre di più per andare a scuola fuori dal Comune, per fare sport, per frequentare spazi di cultura, socialità, aggregazione.
Questo perché sul nostro territorio questi spazi mancano e i progetti sono solo ipotetici e a lungo termine.
A Campi si viene per sfruttare le grandi realtà commerciali che invece di arricchire il nostro territorio, lo “consumano”.
Cresce il numero della popolazione e delle famiglie composte da un solo individuo o in coabitazione (27%) e si abbassa il livello medio procapite: Campi Bisenzio, e gli studi riportati nel Piano lo dimostrano, è un territorio sempre più povero dove in media le abitazioni risultano più accessibili che altrove.
Noi siamo convinti che ci sia bisogno di altro.
Essere contro questo Piano Strutturale, non vuol dire essere contro lo “sviluppo”, ma considerare necessario un modello di sviluppo alternativo e davvero sostenibile, che non preveda alcun consumo di suolo ma rigenerazione dell’esistente.
Un’offerta di spazi e servizi sociali sempre più ampia e diffusa: scuole e servizi sanitari in primis.
A questo dovrebbe pensare la politica, questo dovrebbe fare chi amministra il territorio“.