30 luglio 1997 – L’aereo atterra sull’autostrada

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aereo atterra sull'autostrada

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

30 luglio 1997 – L’aereo atterra sull’autostrada

 Alle 10 e 40  del 30 luglio 1997 l’Atr 42 della compagnia francese “Air Littoral” proveniente da Nizza toccò la pista di Peretola. La giornata era soleggiata e il vento quasi impercettibile, ma, nonostante le condizioni perfette per un atterraggio, quel tocco non fu morbido. L’aereo, sceso da nord, arrivò lungo sulla pista di Peretola. Molto lungo. Così lungo da terminare la sua corsa con il muso sull’autostrada Firenze-Mare. Un miracolo e il fossato al termine della pista evitarono l’impatto con i veicoli che transitavano in autostrada. Un autobus di linea riuscì a fermarsi a meno di dieci metri dal muso dell’aereo.

I 14 passeggeri dell’Atr se la cavarono con un gran spavento o poco più. Molto peggio andarono le cose per i due piloti. Il comandante, Remy Coculiére, morì quattro giorni dopo a seguito delle ferite riportate; il copilota Alain Blayes, anche lui estratto a fatica dalle lamiere, se la cavò con una frattura alla caviglia.

I timori per una strage non si dissolsero subito perché l’aereo, che aveva 1500 litri di carburante nel serbatoio, rimase acceso per 50 minuti dopo l’incidente. Il rischio di esplosione era altissimo. Così lo descrive il cronista de l’Unità del 1 agosto 1997:

 

C’era il rischio di una microlesione strutturale del serbatoio -spiegano i vigili del fuoco – con conseguente sversamento del carburante ed esplosione. Ma poteva anche surriscaldarsi il motore, provocando così lo sganciamento di un’elica che poteva colpire i soccorritori

 

Ma quali furono i motivi dell’incidente? Secondo le ricostruzioni successive al momento dell’atterraggio Blayes era alla guida dell’aereo mentre il comandante gli faceva da istruttore. Le sentenza di primo grado, del novembre 2003, stabilì che l’incidente era stato causato dall’imprudenza del comandante. Nello stesso processo il copilota Blayes e due funzionari di Air Littoral, furono assolti dall’accusa di omicidio perché il fatto non sussiste e dalle accuse di lesioni colpose e disastro aereo per non aver commesso il fatto.

Daniele Niccoli

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