30 settembre 1852 – Istituzione dell’Archivio centrale di Stato

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Archivio di Stato
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

30 settembre 1852 – Istituzione dell’Archivio centrale di Stato

Intorno alla metà del Settecento i Lorena, da poco al potere in Toscana, avvertirono l’esigenza di sistemare i documenti prodotti in Firenze da uffici e magistrature fin dai tempi della Repubblica. Prese così avvio un processo di concentrazione degli archivi che subì un’ importante accelerazione nel 1852 quando il granduca Leopoldo II con un decreto del 20 febbraio istituì la Direzione centrale degli archivi di Stato con il compito di provvedere.

alla migliore tenuta, alla buona conservazione ed al più conveniente servizio di molti fra gli Archivi dello Stato esistenti nella capitale, e dipendenti da uffizi diversi

L’incarico di dirigere i lavori fu affidato a Francesco Bonaini, docente di storia del diritto all’Università di Pisa e fervente fautore del metodo storico per l’archiviazione dei documenti. Per suo volere, quindi, il materiale fu catalogato in ordine cronologico. Ancora oggi il metodo storico elaborato da Bonaini è considerato basilare per la gestione degli archivi.

L’istituzione dell’Archivio centrale di Stato fu ufficializzata con un decreto del 30 settembre 1852. Con esso il granduca Leopoldo II stabilì come sede il piano terreno del palazzo degli Uffizi. L’inaugurazione dell’Archivio centrale dello Stato avvenne nel giugno 1855. Dopo l’Unità d’Italia e la promulgazione della legge del 1875 che imponeva agli uffici periferici dello stato il versamento agli Archivi centrali delle carte non più utili iniziò a mostrare limiti di spazio che col passare degli anni si mostrarono non più procrastinabili. Negli anni ’50 del Novecento fu presa finalmente in considerazione l’ipotesi del trasferimento, ma fu solo l’alluvione del 1966, che danneggiò in misura rilevante il patrimonio documentario, a dare l’impulso definitivo alla realizzazione di un nuovo edificio.

L’immobile, progettato da Italo Gamberini e dal gruppo di architetti da lui diretto, sorse in prossimità di piazza Beccaria al posto della Casa della Gioventù Italiana del Littorio. I lavori per la nuova sede iniziarono nel 1977 per volere della Giunta di sinistra guidata da Elio Gabbuggiani e si chiusero, non senza polemiche, con l’inaugurazione del 4 febbraio 1989.

Al di là dei simboli, con la Casa della Gioventù del Littorio fu abbattuto un edificio architettonicamente molto espressivo per far posto a un altro stilisticamente molto discutibile.
Attualmente l’Archivio di Sato di Firenze dispone anche di un deposito sussidiario nel viale Ferraris a Sesto Fiorentino e conserva più di 75 km di documenti che vanno dall’VIII secolo ai nostri giorni

 

Daniele Niccoli

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