27 aprile 1859 – Canapone lascia Firenze

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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

 

27 aprile 1859 – Canapone lascia Firenze

Nel 1824 divenne granduca di Toscana Leopoldo II di Lorena. Dovette governare in un periodo storico piuttosto tumultuoso eppure ebbe modo di farsi apprezzare dai fiorentini per la sua bonarietà e il comportamento relativamente informale.

I fiorentini, impenitenti, approfittarono per affibbiargli due soprannomi: Broncio a causa del labbro inferiore leggermente sporgente e Canapone a causa del colore dei suoi capelli stopposi. Insomma non un Padre della patria come Cosimo il Vecchio, piuttosto un babbo tanto che al momento della sua partenza definitiva da Firenze i suoi sostenitori, definiti codini, furono in questa maniera invitati a non agitarsi e ad andare a letto perché questa volta non ci sarebbe stata la Restaurazione

L’albero pende
le foglie cascan giù
codini andate a letto
che i’ babbo un’ torna più

Era successo che, dopo aver sostenuto l’esercito sardo contro gli austriaci durante la prima guerra d’indipendenza, Leopoldo aveva iniziato a osteggiare gli atteggiamenti espansionistici dei Savoia inimicandosi, oltre che i repubblicani mazziniani, anche tutti coloro che vedevano nei regnanti piemontesi una speranza per l’unità d’Italia.

Dopo un decennio turbolento segnato dalla sua fuga a Gaeta, dal governo Guerrazzi-Montanelli, dall’occupazione di Firenze da parte delle truppe austriache e da alcuni anni di governo poco illuminato che portò anche al ripristino della pena di morte, fu costretto all’esilio.

La neutralità nel conflitto franco-piemontese contro l’Austria non gli valse la benevolenza né della cittadinanza né delle truppe che invece pretendevano l’intervento a fianco dei Savoia e di Napoleone III.

A Canapone non rimase che la strada dell’esilio. Lasciò Firenze alla volta di Bologna passando sotto lo stesso arco che aveva salutato, più di duecento anni prima, l’arrivo a Firenze della sua famiglia. Gli rimase la soddisfazione di essere stato l’unico Granduca di Toscana ad aver governato Lucca. Nel 1847, infatti, erano entrate in vigore alcune clausole del Congresso di Vienna che avevano consegnato al Lorena quasi tutto l’ex Ducato.

Un ruolo fondamentale negli eventi rivoluzionari fiorentini del 27 aprile 1859 fu svolto da Giuseppe Dolfi un fornaio del quartiere di San Lorenzo che con la sua opera evitò inutili spargimenti di sangue. Dolfi era un patriota molto vicino alle posizioni politiche di Garibaldi. Il suo rapporto con Mazzini fu invece più difficile, ma ciò non gli impedì di tenerlo nascosto a Firenze nel burrascoso periodo compreso tra l’agosto e il settembre 1859.

Daniele Niccoli

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