Le settimane che verranno saranno particolarmente delicate per quanto riguarda l’evoluzione della pandemia. La vaccinazione si avvicina, le persone iniziano a sentirsi fuori pericolo e, complice anche la fatica di dover rispettare ancora a lungo restrizioni e regole, l’attenzione tende ad allentarsi. È quindi più che mai opportuno che le aziende della grande distribuzione e le rappresentanze sindacali collaborino per continuare a fare in modo che le misure di sicurezza poste a tutela di lavoratori e consumatori siano concretamente rispettate e la salute di tutti garantita. Abbiamo segnalato in più occasioni i timori di lavoratrici e lavoratori che sono a contatto quotidiano con centinaia e centinaia di persone. Abbiamo potuto constatare nei mesi passati che lo shopping ha rappresentato, oggi come allora, un’occasione per uscire seppure senza avere necessità di acquistare. Abbiamo potuto testimoniare con evidenze che si entrava in un supermercato 5/6 volte al giorno per acquistare un oggetto alla volta (complice anche il meccanismo del cash-back) e avere quindi la possibilità di giustificare più ingressi.
Per questo, abbiamo avuto un incontro con uno dei maggiori operatori del “Fai da te” presenti sul nostro territorio, OBI Italia, per un confronto su quanto è stato fatto e quanto ancora si può fare per garantire la massima salute e sicurezza anche in questo periodo. Nell’occasione, l’azienda ha in particolare fatto il punto su tutte le numerose iniziative e misure messe in campo dall’inizio della pandemia a tutela della sicurezza dei propri dipendenti, evidenziando come queste, in molti casi, siano andate ben al di là delle prescrizioni normative che negli ultimi mesi si sono susseguite in materia. Ad esempio, la distribuzione ai dipendenti di 150.000 mascherine FFP2, l’aumento progressivo e costante delle postazioni di igienizzazione, l’incremento dei servizi di sanificazione e di pulizia dei locali, l’implementazione degli screening del personale. OBI ha sinora effettuato ben 77 screening nei punti vendita (di cui due nel punto vendita di Sesto Fiorentino, nei quali non sono stati riscontrati lavoratori positivi), per un totale di circa 4.069 tamponi.
Ricorda OBI in occasione del confronto con la Filcams che, al comparire dei primi casi di contagio in Lombardia e Veneto, è stata la prima azienda del settore a chiudere tutti i propri negozi ed è stata l’ultima a riaprire al pubblico, dotandosi di un rigido protocollo di prevenzione, che ha consentito di svolgere le attività in sicurezza e che ha istituito da subito una Commissione di Gestione dell’emergenza, che comprende le rappresentanze sindacali, che si è riunita ben 35 volte dal 24 febbraio 2020 a oggi.
La Filcams riconosce a OBI di aver adottato tutto quanto previsto; evidenzia peraltro che talvolta comportamenti incauti da parte di pochi rischiano di vanificare gli sforzi di tutti, alimentando solo paure. In un confronto chiaro, ciascuno ha rappresentato quanto fatto e quanto ancora c’è da fare, con spirito propositivo. E convinti entrambi che la salute è priorità assoluta per azienda e lavoratori. Occorre quindi continuare a sensibilizzare i cittadini a mantenere il distanziamento tra le persone, a evitare assembramenti e ad un corretto utilizzo delle mascherine. In questo quadro, la Filcams CGIL ritiene che sia necessario proseguire e incrementare buone pratiche, perché i lavoratori si sentano sempre al sicuro nel luogo di lavoro e possano operare in serenità e sicurezza, come sta avvenendo nei negozi OBI. Così, la collaborazione e il dialogo saranno continuamente alimentati, pur nelle rispettive posizioni, perché la salute è un valore comune e le nuove problematiche che si porranno in relazione alla pandemia potranno essere affrontate e superate con il contributo decisivo di tutti.
Francesca Battistini – Filcams Cgil Firenze