Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
21 giugno 1944 – Strage del Terzollina
Il 19 giugno 1944, alcuni membri della famigerata banda fascista di Mario Carità fecero irruzione nella casa dell’insegnante inglese Mary Rose Evelyn Cox. L’abitazione in via dei Tavolini era da qualche tempo luogo d’incontro di antifascisti passati alla lotta armata contro i nazifascisti. Quella sera un gruppo di partigiani stava prendendo accordi con due ufficiali, Franco Martelli e Vincenzo Vannini, allo scopo di progettare la liberazione di alcuni prigionieri politici.
Il capo del gruppo, Rocco Caraviello, fu portato al Chiasso del Buco e ucciso immediatamente mentre il resto della formazione fu trasferito prima all’Hotel Savoia e poi a Villa Triste dove partigiani e militari furono sottoposti a terribili torture.
Nel colmo della notte i fascisti fecero irruzione nella casa di Caraviello alla ricerca di materiale utile alle loro indagini. Spaventarono a morte i quattro bambini gettando, senza farle esplodere, alcune bombe a mano dei loro letti e portarono via la moglie, Maria Penna, accusata di essere una staffetta partigiana. Anche lei fu trasferita a Villa Triste, dove fu deportato anche Bartolomeo, il cugino di Rocco.
All’alba del 21 giugno 1944 Mary Cox e Maria Penna furono giustiziate sul greto del Terzollina in via di Capornia. Gli altri membri del gruppo furono invece fucilati nei pressi del Campo di Marte. Vincenzo Vannini riuscì miracolosamente a sopravvivere perché nel tentativo di scappare fu colpito da una scarica di mitra che lo ferì al ventre senza procurargli la morte.
Il 21 giugno 1986 nel punto in cui furono ritrovati i corpi delle due donne è stato eretto un monumento alla memoria. Dalla pietra emerge la testa di Pegaso il cavallo alato che secondo la mitologia greca nacque dal sangue di Medusa e che, dopo una serie di imprese, prese il volo e si trasformò in una nube di stelle scintillanti che avrebbero formato una costellazione.
Il Pegaso è quindi un simbolo di vita e libertà che scaturisce dal sacrificio. Fu proprio il sacrificio di chi ha combattuto la barbarie e la tirannia a donarci la libertà di cui oggi godiamo e di cui qualche volta non facciamo buon uso.
Il Pegaso del Terzollina sta lì a ricordarci quanto le donne siano state protagoniste di quella lotta e quanto grande sia stato il loro sacrificio.
Sono le madri e le sorelle di tutti noi.
Voi oggi non potreste studiare e giocare in libertà,
e forse non sareste neppure nati,
se queste donne,
con i loro corpi teneri e fragili,
non vi avessero protetto,
voi e il vostro avvenire,
come uno scudo di acciaio (Anna Seghers)
DANIELE NICCOLI
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