19 luglio 1931 – La prima gara di Gino Bartali

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Ciclismo Pirenei
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

19 luglio 1931 – La prima gara di Gino Bartali

Il 18 luglio 1914, mentre i ciclisti del Tour de France salivano fino al Galibier, a Ponte a Ema, in via Chiantigiana 78 nasceva Gino Bartali, il più grande ciclista che Firenze abbia mai avuto e che proprio sulle strade di Francia avrebbe scritto la storia del ciclismo.

Gino mostrò le sue attitudini alla bicicletta già ai tempi della scuola. A tredici anni frequentava la sesta elementare in Piazza Santa Croce a Firenze e la strada da percorrere diventò presto motivo di sfida nei confronti dei compagni che metodicamente, staccava sull’erta canina, la ripida salita che dall’argine dell’Arno porta fino a San Miniato.

Al termine degli studi Gino iniziò a lavorare come apprendista meccanico nella bottega di Oscar Casamonti che lo avviò, contro il parere di babbo Torello, alle competizioni ciclistiche. Il 19 luglio 1931 Gino partecipò alla sua prima gara alla Nave di Rovezzano. Vinse, ma fu squalificato perché i partecipanti dovevano avere al massimo sedici anni, mentre lui ne aveva compiuti diciassette proprio il giorno prima. Probabilmente quella fu la prima volta in cui sbottò dicendo:

l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare Gino Bartali

L’esordio vero avvenne il 2 agosto al Bandino. Mentre la prima vittoria arrivò all’Antella. Fu la prima di una lunghissima serie. Da professionista Bartali ha vinto tre Giri d’Italia, due Tour de France, quattro campionati italiani, quattro Milano-Sanremo, tre Giri di Lombardia, cinque giri della Toscana.

Nella sua carriera ha disputato 988 gare e ne ha vinte 184 di cui 45 per distacco. Per dieci volte ha vinto la classifica scalatori nei grandi Giri. Primo assoluto in questa speciale classifica.

Molto di più avrebbe potuto fare se la guerra non gli avesse tolto gli anni migliori, e se una serie di dirigenti incapaci non gli avessero imposto scelte scellerate come quelle del Tour del 1937.

Bartali non voleva partecipare alla Grande Boucle: era ancora molto giovane e si era appena aggiudicato un faticoso Giro d’Italia. Anche i medici avevano sconsigliato il doppio impegno, ma il gerarca fascista Starace fu perentorio, ordinò di partire e Gino obbedì. Nella tappa del Galibier (guarda il caso) Gino conquistò la maglia gialla. Il giorno successivo cadde nelle acque gelide di un torrente e si ammalò. Corse la tappa seguente con la febbre. Perse la maglia, ma conservò intatte le possibilità di vincere il Tour. Da Roma giunse però un altro ordine perentorio. Le sconfitte erano eventualità non prevista dal regime e quindi fu imposto l’abbandono della corsa. Un’ ingiustizia senza uguali nella pur lunga carriera del ciclista fiorentino: avrebbe potuto essere il primo ciclista a conquistare nello stesso anno il Giro d’Italia e il Tour de France.

L’impresa riuscì nel 1949 a Fausto Coppi. La cosa non rasserenò l’animo di Bartali.

DANIELE NICCOLI
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