31 luglio 1938 – Gino Bartali vince il suo primo Tour de France

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Ciclismo Pirenei
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

31 luglio 1938 – Gino Bartali vince il suo primo Tour de France

Nel 1938 Gino Bartali, dopo la beffa dell’anno precedente, tornò con propositi di vittoria al Tour de France. In effetti conquistò un successo strepitoso, con quasi diciotto minuti di vantaggio sul secondo, e impreziosito dalla vittoria schiacciante sulla vetta di quell’Izoard che segnerà il destino di Bartali anche dieci anni più tardi.

Bartali fu così il secondo italiano a imporsi in Francia dopo Ottavio Bottecchia. I due campionissimi, Girardengo e Binda, non c’erano riusciti.

La carriera di Gino era solo all’inizio ed era ricca di aspettative, ma, inopinatamente, e non solo per lui, arrivò “l’ora delle decisioni irrevocabili” annunciata dal balcone di Piazza Venezia e Bartali fu richiamato alle armi. Prima di partire però sposò la sua Adriana conosciuta qualche anno prima quando faceva la commessa ai magazzini “48”. “E’ meglio una vedova che una donna sola” sosteneva, e così la portò all’altare davanti al cardinale Elia Dalla Costa.

Durante la guerra Bartali compì numerosi gesti di solidarietà che, da buon cattolico, tenne a lungo nascosti, perché, come sostiene il Vangelo, le buone azioni non hanno bisogno di pubblicità.

Contribuì alla fuga di quarantanove inglesi rifugiati a Villa Selva a Ponte a Ema, ma, soprattutto, trasportò, nascosti nel telaio della bicicletta, i documenti necessari agli ebrei rifugiati nel convento di Assisi, per scampare alla deportazione.

Fu questa per Gino la vittoria più grande, anche se al traguardo non ha potuto alzare le mani per gioire. Per questa sua attività Bartali ha ricevuto, nel 2006, la medaglia d’oro al valor civile e, nel 2011, è stato riconosciuto tra i Giusti dell’ Olocausto.

Il 28 Novembre 1954, Bartali partecipò alla sua ultima corsa: un circuito a Città di Castello in onore ai luoghi che lo avevano ospitato nel 1943. Appese la bicicletta al chiodo dopo aver percorso, secondo i suoi calcoli, circa seicentomila chilometri, pari a quindici volte il giro dell’equatore.

Per avere un’idea di quella che fosse la popolarità di Bartali già nei primi anni di carriera è sufficiente citare l’episodio del 1° maggio 1938: Bartali batté in volata Coppi nel Giro dell’Emilia. Il giorno dopo i giornali non avrebbero dovuto essere in edicola, ma i tipografi di “Stadio” decisero di andare a lavorare gratis per stampare un ‘edizione straordinaria dedicata alla vittoria del loro idolo.

Oh quanta strada nei miei sandali
Quanta ne avrà fatta Bartali
Quel naso triste come una salita
Quegli occhi allegri da italiano in gita.
E i francesi ci rispettano
Che le balle ancora gli girano  (Paolo Conte)

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