E’ iniziato il 15 novembre scorso il dibattito pubblico sul nuovo aeroporto di Firenze. Sono previsti quattro incontri, in presenza e online. L’ultimo è in programma il 10 gennaio 2023.
A dire no alla realizzazione dell’opera sono alcuni comitati e associazioni che hanno scritto una lunga lettera indirizzata al dottor Alberto Cena di Avventura Urbana S.r.l., coordinatore del dibattito, ai sindaci, ai presidenti e consiglieri comunali di Prato, Sesto Fiorentino, Calenzano, Poggio a Caiano, nonché alle forze politiche di Campi Bisenzio (ricordiamo che, in questo momento, il Comune campigiano è commissariato in seguito alle dimissioni del sindaco Emiliano Fossi) e ai media locali e regionali.
Riportiamo la lunga lettera a firma Presidio NOINC NOAERO, Legambiente, Italia Nostra Firenze, Associazione VAS Onlus, Fridays For Future Prato e Firenze, Comitato NO Aeroporto Prato e Provincia, FLC-CGIL Università di Firenze, AlterPiana FI-PO-PT, Coordinamento Comitati per la Salute della Piana PO-PT Comunità di Base delle Piagge, Comitato Ambientale di Casale, Comitato Difendiamo la Nostra Salute PratoSud, Comitato Sorvolati Brozzi, Peretola, Quaracchi, Comitato Mente Locale della Piana – Campi Bisenzio Comitato Oltre Carmignano Poggio a Caiano, Orto Collettivo, ANPI Brozzi, Quaracchi, Le Piagge, Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, Associazione Fare Città Campi Bisenzio PerUnaltracitta – Firenze, Comitato NO Tunnel TAV Firenze, Comitato NO Aeroporto Ampugnano – Siena, Osservatorio Ambientale – Prato, Collettivo di Polo – Sesto Fiorentino Ricercatori e Dipendenti del Consorzio LaMMA:
“Il dibattito pubblico” obbligatorio sul progetto di nuovo aeroporto di Firenze, aperto di recente, ribadisce la precedente decisione da parte delle istituzioni proponenti di costruire la nuova opera, in spregio a tutti i rischi e ai danni documentati e provati da molto tempo da pareri tecnici e scientifici “super partes” o da istituzioni come la Commissione VIA (che ha imposto ben 142 prescrizioni) e convalidati dalla sonora bocciatura della variante al Piano regionale territoriale subita da parte del TAR nel 2016.
Le modifiche al vecchio progetto non sono tali da far cambiare le posizioni di netto rifiuto assunte in passato dalla associazioni, dalle comunità e dai comitati scriventi, e l’impatto sull’ecosistema e sull’ambiente di vita degli abitanti resta devastante.
Toscana Aeroporti ed il Sindaco di Firenze hanno addirittura dichiarato che il procedimento si concluderà rapidamente in modo da poter aprire i cantieri nel 2024, dando quindi per scontata l’approvazione del nuovo progetto.
Il dibattito pubblico in corso, quindi, sembrerebbe rivolto alla ricerca di un facile consenso che sul territorio non c’è, e pertanto, la partecipazione di alcuni firmatari ha il solo scopo di rendere ben visibile il radicale dissenso all’opera anche dentro questo procedimento, i cui contenuti e risultati sono del tutto opinabili.
L’ostinata insistenza sull’espansione dell’aeroporto di Peretola non tiene conto delle nuove condizioni di crisi ecoenergetica, di diffusione dell’ inquinamento oltre ogni soglia di sopportabilità, dell’ impoverimento diffuso della biosfera sia sul piano globale che nella Toscana centrale, degli effetti di degrado del cambiamento climatico. Tutto ciò imporrebbe di bloccare il consumo delle riserve, dei terreni, delle relazioni ecosistemiche, come sulla carta è stato riconosciuto da specifiche leggi della stessa Regione.
Mentre il quadro politico economico e sociale è in profonda crisi e trasformazione, lo spreco di denaro pubblico per realizzare un’opera campanilistica sostanzialmente inutile e certamente dannosa è quindi insostenibile oggi più che mai.
Il sistema aeroportuale toscano può svolgere la sua funzione di collegamento con l’Italia e il mondo senza distruggere la Piana di Firenze/Prato/Pistoia e dentro una prospettiva di ridimensionamento globale del traffico aereo in linea con le necessità climatiche e le politiche di de-carbonizzazione. Sono altri i bisogni e le necessità degli abitanti dell’area.
Col costo del nuovo aeroporto (500 milioni di euro ai quali devono essere aggiunti i costi delle opere infrastrutturali al momento intestati agli enti pubblici) si potrebbe ad esempio sostenere l’intera sanità toscana per diversi anni. Oppure si potrebbe adeguare il collegamento ferroviario per Pisa, istituendo un servizio utile per tutta la Regione e creando la concreta sinergia con l’aeroporto Galilei, o anche attivare la riqualificazione ecologica delle periferie metropolitane, a partire proprio dalla Piana.
Insistere sul nuovo aeroporto fiorentino significa perdere credibilità di fronte ai Cittadini, diffondere sfiducia e consegnare il prossimo governo del territorio regionale a posizioni ancora più antisociali.
In particolare è inaccettabile il metodo seguito che continua a partire dal problema settoriale e puntuale per stravolgere il territorio e adeguarlo alle esigenze tecniche dell’infrastruttura anziché partire da una visione sistemica e complessiva rispettosa delle volontà di miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti rappresentate in primo luogo, ma non solo, dal progetto del parco agroecologico per verificare rispetto a questa le condizioni di compatibilità di ogni intervento.
Riteniamo che se si vuole avviare un reale processo di consultazione e partecipazione come previsto dalla legislazione regionale vigente,(legge regionale che secondo alcuni dovrebbe addirittura fungere da modello per tutta l’Italia), si debba rovesciare il metodo seguito, ossia:
– in primo luogo, precisare, tenendo conto dei piani comunali vigenti, uno schema (un manifesto più che un piano) per lanciare un’iniziativa sperimentale che vede gli abitanti soggetti attivi e diretti della rigenerazione del territorio della piana, riaffermi la centralità degli spazi agricoli e naturali del parco, e individui proposte integrate per l’intero sistema insediativo e la città pubblica: per la residenza sociale e gli altri servizi pubblici, mediante il recupero delle aree dismesse; la riorganizzazione e il potenziamento dei trasporti pubblici e della rete della circolazione; la riqualificazione delle grandi piattaforme produttive e commerciali degradate; lo sviluppo di nuove attività economiche locali e di fonti energetiche alternative; dentro un disegno di equilibrio di tutte le componenti in gioco si potrà verificare anche l’assetto dell’attuale aeroporto e la sua eventuale riorganizzazione come city airport compatibile con l’ambiente e gli abitati circostanti;
– in secondo luogo precisare le modalità per integrare l’aeroporto di Firenze con quello di Pisa, studiando le necessarie sinergie senza ricorrere a grandi opere, nuove linee ferroviarie ecc. ma semplicemente mediante un’organizzazione efficiente dei sistemi esistenti, con interventi puntuali e mirati (eventualmente modificando la denominazione dello scalo come aeroporto della Toscana).
– Infine intendiamo costruire con la partecipazione degli abitanti, delle associazioni ambientaliste e del volontariato, con le lavoratrici e i lavoratori stretti tra precarietà e effetti delle delocalizzazioni industriali (per tutti la Gkn di Campi B.), un dibattito pubblico di comunità per la tutela del demanio costituzionale in forza di quanto indicato agli artt. 42,43 e 118 della Costituzione repubblicana e per l’ avvio di una fase costitutiva di una comunità che possa realmente decidere sul proprio destino e sul proprio ambiente di vita, attuando il dettato costituzionale.
Gli abitanti della piana ampia Firenze, Prato, Pistoia e delle colline contermini sono infatti i custodi della proprietà collettiva demaniale, ai sensi dell’ art. 42 della Costituzione repubblicana, o demanio costituzionale, che ha la funzione di mantenere la popolazione attraverso la tutela delle risorse fondamentali per la vita, a partire dall’articolato sistema di ecosistemi tutelati dalla Repubblica, insieme alla biodiversità, in forza di quanto disposto all’ art. 9.
Gli obiettivi del Dibattito Pubblico di Comunità sono:
1 – da un lato informare i cittadini sul reale significato dell’opera nella sua forma aggiornata
2- dall’altro mostrare come si dovrebbero impostare le soluzioni sostenibili ai problemi del sistema aeroportuale della Toscana e della rigenerazione della Piana, promuovendo un ampio Progetto di riconversione ecologica dell’area metropolitana e delle sue periferie che veda la Piana come il cuore pulsante di questa riconversione, indicando un modello di risanamento ambientale applicabile agli altri Ecosistemi Metropolitani a scala europea .
Attorno ad un processo di questo tipo si può organizzare un nuovo modo di governo nel quale le istituzioni si confrontano direttamente con i cittadini; per fare ciò il dibattito pubblico si svolgerà nei luoghi maggiormente colpiti dall’impatto della proposta infrastruttura e le amministrazioni che hanno espresso preoccupazione per gli effetti negativi sui loro territori potrebbero quindi sviluppare coerentemente proposte alternative, istituzionali, esercitando il diritto/dovere di programmare il loro sviluppo economico, la tutela dell’ambiente e della Salute dei Cittadini e portando un contributo al dibattito come richiesto dalla legge regionale sulla partecipazione.
Se si seguisse questo metodo si definirebbe una seria e ben valutata “opzione zero”, a parole richiesta anche dal dibattito pubblico, ma finora accuratamente elusa dagli enti proponenti.
Le Associazioni, i Comitati, i Gruppi e le Comunità scriventi mentre si dichiarano disponibili a collaborare nella definizione delle proposte alternative chiedono ai Sindaci qui in copia e alle Istituzioni che vorranno partecipare, di ospitare questo Dibattito Pubblico di Comunità, itinerante nei territori, invitano inoltre il Coordinatore del “dibattito pubblico” a verbalizzare all’interno del procedimento questo documento e la lista delle Associazioni, Comitati, Gruppi di cittadini che esprimono questo dissenso”.