21 maggio 1929 – Sestese miracolata a Lourdes

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Chiesa Beata Vergine Maria Immacolata
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Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

21 maggio 1929 – Sestese miracolata a Lourdes

Intorno alla metà degli anni ’20 del secolo scorso la città di Sesto visse un periodo di grande sviluppo edilizio soprattutto nella zona del Tondo che fino a qualche anno prima aveva ospitato l’ippodromo. L’espansione verso nord indusse l’allora pievano di Sesto, Francesco Niccoli, a pensare alla costruzione di una nuova Chiesa per il sostegno delle anime che stavano popolando il nuovo quartiere. La spinta decisiva in tal senso arrivò solo nel 1929 sull’onda emotiva determinata da un fatto di cronaca: la sestese Aida Fantoni, affetta da tubercolosi ossea, era miracolosamente guarita dopo un pellegrinaggio a Lourdes.
Quale migliore occasione per intitolare il nuovo santuario alla Madonna?
Su progetto di Severino Crott iniziò allora la costruzione della chiesa della Santissima Immacolata, a Sesto subito ribattezzata come Chiesa Nova.
Come detto la vicenda di Aida Fantoni fu un traino importante sia per la definizione della scelta che per la raccolta dei fondi. Il bollettino mensile Lourdes della sezione toscana dell’Untal (Unione Nazionale Trasporto Ammalati Lourdes) nell’agosto 1929 dedicò alla vicenda un supplemento che fu venduto ai fedeli per finanziare la costruzione del tempio. Nel 1932, quando Francesco Niccoli fu eletto vescovo di Colle val d’Elsa, le mura erano state tirate su, ma anche i debiti erano consistenti e, certo, il fallimento della Casa Rurale, collegata con la comunità parrocchiale, non facilitò le cose. Il percorso fu ancora lungo. Per l’inaugurazione si dovette aspettare l’8 dicembre del 1939; per l’istituzione ufficiale della parrocchia addirittura il 15 ottobre 1962 quando vennero promulgati i Decreti istitutivi.
Tanto merito in questo percorso ebbe anche Marianna Bittini, detta Mariannina, che portò nelle case dei sestesi le scatoline-salvadanaio dove veniva depositato il soldino per la Madonna. Suora laica appartenente alla Congregazione delle Figlie di S. Angela Merici, la Mariannina trovò anche il modo di acquistare il terreno vicino alla chiesa dove, per sua volontà, sarebbe sorto un orfanotrofio per bambine diretto prima da lei e poi da Roberta Bianchini. Quest’ultima, come riporta il Corriere d’informazione del 26 aprile 1969, in occasione della Festa della Mamma del 1969, dopo aver allevato personalmente più di cento bambine, fu eletta Mamma di chi non ha la mamma.
Tornando ad Aida Fantoni è necessario ricordare come il suo ‘caso’ assunse rilievo nazionale e fosse riportato, con le stesse parole, da La Nazione e dal Corriere della Sera e, con poche varianti, da La Stampa:

Ieri sera l’arrivo del treno delle 23 era atteso alla stazione di Santa Maria Novella da una folla insolita, composta in gran parte da donne e ragazzi del popolo, perché a esso a Pisa erano state aggiunte tre vetture occupate da pellegrini, per la maggior parte di Firenze, reduci da Lourdes. Si sapeva inoltre che tra i reduci del pellegrinaggio si trovava una miracolata, la ventenne Ida Fantoni da Sesto Fiorentino.
La Fantoni, orfana di padre e di madre, da quattro anni era ricoverata a Careggi senza speranza di guarigione. essa era affetta da tubercolosi ossea con lesione alla spina dorsale, e conseguentemente la poveretta aveva paralizzati gli arti inferiori. Dello stesso terribile male, nella sua famiglia, sono morte otto persone. La Fantoni, vedendosi ormai senza speranza di guarire, aveva manifestato ai fratelli il desiderio di partecipare al pellegrinaggio a Lourdes, dicendosi sicura che la Madonna l’avrebbe guarita. furono raccolti i fondi necessari e così la Fantoni potè con altri pellegrini di Firenze e dintorni alla volta di Lourdes. fu portata in treno in barella e col busto ingessato. A Lourdes si verificò il miracolo. Al secondo bagno la guarigione si manifestò completa: dapprima la Fantoni cominciò a muovere le gambe e poi si pose in piedi e quindi, fra lo stupore dei presenti, fu vista camminare senza nessun aiuto di stampelle. Anche l’ingessatura era stata tolta.
Appena il treno è arrivato, la folla avvistata la Fantoni che, lieta e sorridente, era affacciata al finestrino si lanciò verso la vettura dove si trovava la miracolata, e quando fu vista la ragazza uscire dal vagone e camminare, non fu possibile contenere la folla. La Fantoni fu attorniata, abbracciata e baciata e portata in trionfo (La Nazione 21 maggio 1929)

Daniele Niccoli

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