13 giugno 1985 – La Festa dell’Unità in Ragnaia

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Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

13 giugno 1985 – La Festa dell’Unità in Ragnaia

Eppoi c’erano le Feste dell’Unità. Eh sì, per un lungo periodo hanno segnato le nostre estati. Per qualcuno erano un semplice punto di ritrovo (che ora ci manca), per altri un momento di approfondimento politico e di discussione. Per altri ancora la pizza e i tappi con i quali vincevi, se ti andava bene, una pianta.

C’era poi la musica. Il mio primo concerto è stato proprio alla Festa dell’Unita del Campo Sportivo: un Lucio Dalla alle prese con Tazio Nuvolari. Erano gli anni dei cantautori e da Sesto passarono anche Roberto Vecchioni, Eugenio Finardi e Pierangelo Bertoli.

Per me la Festa dell’Unità era tutto questo e forse anche di più: un laboratorio personale a cavallo tra la vita di studente e quella di lavoratore. Tra l’85 e il 90 ho partecipato come militante a molte di queste feste. Da quelle più piccole che si svolgevano nei quartieri di Sesto, a quella Comunale al Campo Sportivo, da quella Provinciale alle Cascine a quella Nazionale dell’88 a Campi. In quell’occasione ero di servizio al ristorante dell’Unione Sovietica. Una settimana intera a sbucciare patate e frutta per la cuoca Lituana. Fiumi di persone ogni giorno. L’orgoglio di far parte di una grande comunità e, devo dirlo, anche un po’ di invidia nei confronti dei nostri cugini del Campo Sportivo che con il Paladini battevano continuamente record di pizze sfornate. Poi tutto svanì molto velocemente.

Per questo preferisco pensare alla mia prima Festa dell’Unità in Ragnaia. Gente semplice, ma decisa e convinta. Magari però per far di conto era meglio uno che aveva studiato. E così ecco il mio primo compito: la cassa.

Noi della sezione Bossoli eravamo affiatati e anche tanti. D’altra parte nell’84 la sezione del Canto aveva regalato percentuali bulgare al PCI e le altre erano state quasi altrettanto prodighe. Impossibile ricordare tutti quelli che prestavano servizio (purtroppo la memoria mi soccorre solo in parte): il Rosso, responsabile dell’organizzazione, i’Titti, i Benifei e qualche volta anche Foresto in cucina e poi tra fornelli e tavoli ricordo Donello Francioni con la Maria, il Giorgetti con la Maruzza, Montalcino e il Gherardeschi con le rispettive mogli, Steno, lo zio Aldo, quelli del Granchiolino, Guido Capuano.

Qualche volta, più per supporto morale che per utilità pratica si presentava al ristorante anche Cipollino. Aveva appena terminato il suo incarico di sindaco e si apprestava a diventare assessore in Provincia. Con lui nei paraggi forse si recapitava qualche piatto in meno ma qualche bella lezione di buona politica era assicurata.

Daniele Niccoli

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