17 agosto 1944 – ‘Giornata piena’

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Chiesa di San Martino 2
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Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

17 agosto 1944 – ‘Giornata piena’

Fra l’agosto e il settembre del 1944 il fronte della guerra in Italia si spostò da Firenze fino alla Linea Gotica sull’Appennino. Agosto, fu il mese più duro per la cittadinanza sestese. I bombardamenti, il rischio di deportazione, la fame, il pericolo che si poteva annidare ovunque. La paura era il sentimento più diffuso tra i sestesi eppure non si poteva solo aspettare. I tempi imponevano l’azione. Ci fu chi lo fece sulle montagne con il fucile in mano chi con la forza della fede. Furono giornate difficili per tutti.
Nella mattinata del 14 i tedeschi effettuarono un rastrellamento nei quartieri del Canto e di Salimbosco. Una ‘soffiata’ aveva indicato loro la presenza di armi. Non trovarono niente, ma una cinquantina di uomini fu comunque trattenuta presso la torre di Brincino. Dopo ore di terrore e angoscia il 17 agosto intervenne anche il pievano di Sesto, monsignor Andrea Cassulo che si offrì come contropartita per il rilascio degli uomini.
Ci siamo permessi di trascrivere una parte del Chronicon parrocchiale frutto di una ricerca di Carlo Celso Calzolai per descrivere quella giornata. Per come la visse, il pievano Andrea Cassulo, non poté che definirla una giornata piena.

Al mattino il pievano si portava alla fattoria di S. Lorenzo dove vi erano gli uomini di Salimbosco prigionieri per parlare in loro difesa. Era mezzogiorno e l’ufficiale delle SS, mezzo nudo, si era appena alzato e si lavava i denti. Non ha ricevuto il pievano ma parlato a mezzo soldato che sapeva l’italiano e potuto liberare solo uno che era ammalato. Alla sera tornava il pievano per essere ricevuto ed in francese ha parlato con l’ufficiale quanto mai duro. diceva di aver saputo da gente di sesto che quelli di Salimbosco erano comunisti e nascondevano armi per uccidere i camerati tedeschi nella ritirata. Per questo li aveva arrestati e perquisire la case prendendo in una povera famiglia due sacchetti di farina e, altrove, denaro, sigarette, tutto ciò che loro comodava: Il pievano assicurava l’ufficiale che nulla il Popolo di sesto avrebbe fatto contro i suoi soldati e domandano l’ufficiale chi dava a lui questa garanzia, il Pievano diceva che lui poteva garantire della bontà del Popolo di Sesto. Allora il comandante disse: voi rimanere qui e uomini a casa. Voi garanzia? Il pievano mettendosi la mano al petto disse.”Sì, rimandi tutti gli uomini ed io rimango con Voi” Rimasto perplesso l’ufficiale e poi domandato: “E Vostra Chiesa?”. io posso rimanere in Chiesa sempre a vostra disposizione. Ha sorriso e poi ha detto di no. Tutti ladri italiani diceva ancora, ed avendolo il pievano toccato in un braccio, si è pulito come l’avesse insudiciato. Chiedendo il pievano la liberazione di un certo Tirinnanzi padre di 5 piccoli che erano alla fame, fingendo di non aver capito disse: “Voi avere 5 figli” ed alcune frasi in tedesco che certo volevano dire cose poco simpatiche. Il pievano rettificò e insistette sul caso pietoso. Fece chiamare il Tirinnanzi e disse: Voi andare. Il Pievano fece ancora un altro nome, ma bruscamente mettendo la mano sulla rivoltella, ritornando belva disse: “Basta”. Ringraziò il pievano e se ne partì lasciando i poveri uomini sconsolati e trovando fuori le donne tutte piangendo. Ma la giornata non era ancora finita. Saputo che mettevano i cannoni davanti al Ricovero S. Giuseppe nel giardino del Biondi, il Pievano si recò al comando in via Roma nella villa Scartabelli. In francese parla con un ufficiale molto gentile e si offerse a venire a vedere. Venne, convenne, fece sospendere il lavoro. Avevano già rotto il muro e tagliato gli alberi. Mentre davanti al ricovero il Pievano aveva ringraziato l’ufficiale della sua bontà e tranquillizzava la superiora del ricovero ecco una cannonata, seguita da altre, colpisce la casa del colono Nincheri, vicino al deposito del tram. Corre il pievano e trova in cucina due vecchi e la sposa per terra colpiti alle gambe, ai bracci al ventre. Confusione, grande polvere e paura perché altre cannonate picchiavano vicino. Il Pievano fa dire Gesù mio misericordia e dà l’assoluzione. Dà una sua pezzuola per stringere una gamba, chiama gli uomini che con due uomini porta di corsa all’ospedale quello che sembrava il più grave. poco dopo arrivano i fratelli della misericordia di corsa, con due barelle con altri due. La gente si affaccia timorosa alle porte, ha parole di commiserazione, ma nessuno si fa avanti. Alla Misericordia arrivano anche i dottori Conti e Favilli che per due ore hanno lavorato bravamente intorno ai feriti. Da Querceto arriva anche un ragazzo colpito. Giornata piena

La vicenda dei rastrellati però non era conclusa. Inizialmente furono adibiti a scavare trincee in prossimità della città e per questo trasferiti a Limite. Qui, grazie all’intervento della fidanzata, Lola Mazzanti, fu liberato Marino Nistri. Tutti gli altri furono trasportati fino a Galliano, dove furono costretti a lavorare alle fortificazioni della Linea Gotica. Riuscirono a scappare tutti durante il cambio del reparto di sorveglianza e rientrarono a Sesto dopo la Liberazione.

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