9 novembre 1980 – Biennale enogastronomica

0
5
Budella
TuttoSesto

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

9 novembre 1980 – Biennale enogastronomica

Budella di maiale preparate al modo di Spartaco della Trattoria La Gioconda di Panicaglia, roventini alla maniera di Gigi de’ Pallai (Luigi Acciaioli) che aveva la bottega sulla Strada, chiocciole e poi ancora lampredotto, trippa, stufato di pelliccia (quello con molte patate e poca ciccia) e chissà quante altre prelibatezze i sestesi gustarono in quel piovoso 9 novembre del 1980.

Un articolo de La Nazione del 10 novembre riporta i consumi del giorno precedente: quattro quintali e mezzo di budella (volate via come il vento), cento chili di sangue di maiale, due quintali fra trippa e lampredotto, quattromilaottocento chiocciole. L’articolo non è firmato ma il giornalista non doveva essere sestese visto che ha quantificato le budella in chili e non in braccia.

La manifestazione non si chiuse quella domenica. Durò dieci giorni e chi pensò di aumentare ancora il livello dei trigliceridi trovò soddisfazione nei ristoranti e nelle trattorie di Sesto.

Chi proprio non riuscì a soddisfare il palato in quella circostanza ebbe comunque modo di rifarsi a febbraio quando si tenne la tradizionale Sagra delle budella e del roventino.
Durante la manifestazione, organizzata dall’Associazionismo Sestese in occasione della Biennale Enogastronomica Toscana, fu allestita anche una mostra di ricette della vecchia civiltà contadina che erano state raccolte dai ragazzi delle scuole elementari e medie di Sesto Fiorentino.

La manifestazione fu ripetuta anche negli anni successivi arricchendosi di altri piatti della tradizione come i ranocchi, il castagnaccio e la fettunta e altri meno caratteristici ma altrettanto appetitosi come le penne strascicate e i fagioli con le salsicce. Venivano infine serviti anche i sommommoli. Scuserete il vostro scriba se non li rintraccia in nessun angolo della propria memoria. Sono nato troppo presto o troppo tardi? Non lo so. A me rimane il sospetto che anche il giornalista del 1983 non fosse di Sesto.

Daniele Niccoli

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO