11 novembre 1978 – Mostra fotografica di Bruno Carmagnini

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Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

11 novembre 1978 – Mostra fotografica di Bruno Carmagnini

Rovistando tra il materiale della biblioteca Ernesto Ragionieri mi sono piacevolmente imbattuto in un opuscolo del Comune in cui si ‘pubblicizza’ la mostra fotografica di un mio vecchio professore dei tempi della Scuola Media Pescetti: Bruno Carmagnini.

L’autore, Luciano Ricci, lo descrive come ‘fotografo del sociale capace di estrema semplicità costruttiva’. I miei ricordi non sono tecnici ma certamente piacevoli. Carmagnini, fu allo stesso tempo un uomo legato alle tradizioni e persona innovativa nel modo di fare. Alla Pescetti portò una ventata di nuovo. Insegnava cose che non erano nei programmi didattici, ma che interessavamo e incuriosivano noi ragazzi.

Ricordo di aver partecipato al suo laboratorio di fotografia e di aver imparato, grazie a lui, le tecniche della camera oscura e della stampa in bianco e nero. La sua ora di lezione veniva chiama Attività Libera. E lo era veramente. Fu proprio all’inizio di quegli anni’70 che Carmagnini decise di raccogliere e catalogare gli oggetti che facevano parte del mondo contadino che stava ormai scomparendo. Un’idea rivoluzionaria, forse ispirata dal mestiere del padre (raccoglitore di rottami metallici), che pian piano coinvolse la preside Nadia Lerz, gli studenti, i genitori e il personale scolastico.

A scuola, dopo ogni recupero, si procedeva alla documentazione fotografica alla schedatura e alla manutenzione e sistemazione del materiale

Grazie a quell’attività, proseguita poi alla scuola Gerini, si giunse alla realizzazione del Museo della Civiltà Contadina che trovò splendida e meritata sede presso la Casa Guidi. Oggi che il mondo contadino è definitivamente scomparso l’opera di recupero effettuata da Bruno Carmagnini appare ancor più importante e magari, chissà, potrebbe essere inserita in un percorso museale interessante da un punto di vista culturale ma anche a fini turistici. Ci vorrebbe una mente visionaria. Proprio come quella di Bruno Carmagnini.

 

Daniele Niccoli

 

 

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