Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)
Sesto giorno per giorno
8 gennaio 1938 – La sezione sestese del CAI
Si narra che il 12 agosto 1863 durante la celeberrima scalata del Monviso, Quintino Sella (in quel momento ex e futuro ministro delle Finanze) abbia valutato, insieme ai compagni di avventura, i fratelli Paolo e Giacinto Ballada de Saint Robert e il deputato calabrese Giovanni Baracco, la possibilità della fondazione di un’associazione alpinistica. L’ipotesi prese forma il 23 ottobre dello stesso anno presso il castello del Valentino dove quaranta soci diedero vita al Club Alpino Italiano che, come recita l’articolo 1 dello Statuto:
Ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.
Lo spostamento, da lì a poco, della capitale da Torino a Firenze facilitò l’apertura, anche nella città del fiore, di una sezione del Cai. Fu un piccolo gruppo di studiosi e appassionati riunitosi il primo luglio 1868 presso la Specola a decretarne la nascita. Il Club trovò sede presso palazzo Ferroni ed ebbe, inizialmente, 88 soci. Tra di loro nomi importanti della politica fiorentina come Ubaldino Peruzzi e Bettino Ricasoli, ma anche vecchie ‘conoscenze’ sestesi come il marchese Lorenzo Ginori Lisci.
Per la sezione sestese del CAI si è dovuto aspettare l’8 giugno 1938 anche se, a onor del vero, una sottosezione era presente fin dal gennaio 1932.
I soci fondatori furono diciassette, tutti provenienti da note famiglie sestesi: Lelio Bacci, Alois Biagioni, Ruggero Bianchini, Guido Chellini, Alfiero Conti, Corrado Conti, Enrico Conti, Tullio Contini, Eros Giachetti, Ugo Grassi, Loris Mattolini, Luigi Permoli, Pio Ragionieri, Giuseppe Taiuti, Vinicio Tarli, Giorgio Tredici e Rodolfo Vannucchi.
Presidente fu nominato Luigi Permoli, già segretario del partito fascista sestese. Il Club trovò la sua prima sede stabile all’interno del palazzo Pretorio.
Con la consapevolezza di fare torto ai più, vorrei sottolineare la presenza in questo gruppo di Vinicio Tarli che fu successivamente anche presidente dell’Atletica Sestese e che ha lasciato numerosi scritti e testimonianze su Sesto. Per i meriti accumulati nell’ambito dello sport sestese il Palazzetto di viale Machiavelli è stato intitolato a suo nome.
Dopo la guerra l’attività del Club tornò gradualmente alla normalità. Presidente fu nominato Eros Giachetti e il recapito provvisorio per la corrispondenza fu fissato presso la tipografia Contini di via Matteotti. Superate le incertezze e le difficoltà del primo dopoguerra le attività del Cai sono moltiplicate. Tra le altre vogliamo ricordarne una particolarmente meritoria: la realizzazione e il mantenimento, a partire dal 1968, di una rete di sentieri che oggi si estende per oltre 130 km e unisce l’area sestese con quelle di Calenzano e Vaglia.
Oggi, dopo un lungo peregrinare la sezione sestese del CAI ha finalmente trovato sede presso la ‘Casa Guidi’ di Camporella.
La montagna mi ha insegnato a non barare, a essere onesto con me stesso e con quello che facevo. (Walter Bonatti)