“Venti chilometri al giorno”: pensieri e riflessioni che accompagnano il cammino (20)

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Venti chilometri al giorno
TuttoSesto

Cammina, cammina
Quante scarpe consumate
Quante strade colorate
Cammina, cammina

Vanno verso nord, disegnano confini
Scendono poi a sud, segnando destini
Rimangono nel cuore quelle strade sotto il sole
Bello è ritornare, ma andare forse è meglio
(I Nomadi)

Oggi camminata per intero sui sentieri di Morello, il monte che un celebre antenato toscano immaginò anche nel nuovo mondo.
Dopo aver cercato inutilmente qualche compagno di viaggio, decido di partire da solo.
La partenza è fissata al piazzale della fonte dei Seppi dove, ancora prima di partire, immortalo una croce dedicata a una vecchia conoscenza sestese, Bruno Quercioli più famoso come Ganino, ‘antico’ commerciante di piazza della Chiesa.

Sempre sul piazzale scatto una foto anche alla postazione de La Racchetta dove si stanno preparando per la “Panettonata”.
Intanto è arrivata l’ora di partire. Supero il deposito dell’acqua e la fonte dei Seppi e inizio la salita verso gli Scollini dove per la mia camminata si aprono più possibilità. L’obiettivo però è fissato: la cima. Proseguo quindi per il Cippo che ricorda i partigiani morti nello scontro del 14 luglio 1944 e altri protagonisti della Resistenza al nazi-fascismo.
Proseguo di passo svelto fino al “Tedesco morto” dove da qualche tempo è stata allestita l’area attrezzata intitolata a Daniela Piatti.
Ora inizia la salita vera. Opto per il sentiero 00, così mi tolgo subito il dente. Finalmente vedo una coppia davanti a me. Il fatto mi rincuora perché Morello non è pericoloso ma da soli non si sa mai. La compagnia però dura poco. Incredibilmente viaggiano a una velocità molto più lenta della mia (ce ne vuole eh?) e così proseguo in un bosco che si fa sempre più rado. Mentre salgo cerco di immaginare dove potessero essere ubicati i due romitori che anticamente davano ricovero ai viandanti diretti verso Bologna e che probabilmente hanno dato anche il nome al Poggio. Erano intitolati rispettivamente ai SS Girolamo e Maddalena e alle SS Maria e Caterina. Li immagino sul versante sud perché più riparato dai venti ma chissà.  In ogni caso che fegato quei pellegrini. In 25 minuti raggiungo la vetta di Poggio Casaccia (921 mt). Arrivo sul punto più alto del territorio sestese abbastanza presto. Sarò il primo stamattina? Non lo so. Guardo verso il basso ma un fitto nebbione mi impedisce di vedere Sesto e Firenze e allora decido di proseguire lesto lesto.

Supero poggio Cornacchiaia (896 mt) e poi ancora un dislivello di oltre 100 metri per raggiungere poggio Casaccia (935 mt), la punta più alta del medio Valdarno.
Da quassù lo sguardo è più libero. Vedo l’Abetone e il Cimone ma la nebbia indugia sulla piana e quindi Sesto e i sestesi oggi posso solo immaginarli.
Penso a quello che ho scritto qualche tempo fa e mi sorprendo a sorridere e a ricordare con piacere:

“percepisco la trasformazione di Sesto da borgo agricolo a città industriosa e organizzata; vedo i miei concittadini conquistare faticosamente una specifica identità; li vedo protagonisti di una storia senza maiuscole, ma ricca di dignità; vedo i nostri avi etruschi, i primi amministratori, le trecciaiole, gli operai della Ginori, il Comune rosso, i partigiani; vedo questo e tanto altro e alla fine convengo che Sesto è proprio la città in cui avrei voluto nascere e vivere”
Fortunatamente “lo nacqui”.

A questo punto non si può che scendere e decido di farlo sul sentiero CAI che una volta portava il numero 11 (ora so che i numeri sono cambiati). La discesa è quasi più difficile della salita anche perché le scarpe da trial che mi hanno accompagnato in queste camminate mi stanno lasciando.
Il sentiero è interrotto dagli alberi caduti. Segno di vecchiaia e malattia di cui abbiamo parlato qualche tempo fa con l’agronomo Paolo Calosi e con il colonnello dei Carabinieri Forestali Luigi Bartolozzi
Dispiace vederli sdraiati per terra cosi come dispiace vedere le punte un po’ spelacchiate ma pare che fosse un passaggio previsto fin dal rimboschimento iniziato più o meno 150 anni fa.

La discesa ora si fa più semplice e il rientro è rapido.
Alla fine saranno poco più di otto i chilometri percorsi ma con un dislivello di oltre 400 metri

Vi lascio, contento di aver raccontato qualcosa della nostra montagna, con 11 foto e 9 link per i consueti e consigliati approfondimenti.

Alla prossima

Daniele Niccoli

Foto:

Croce al piazzale della Fonte dei Seppi
Croce al piazzale della Fonte dei Seppi – TuttoSesto dicembre 2024
Torre di avvistamento
Torre di avvistamento – TuttoSesto dicembre 2024
Deposito di acqua
Deposito di acqua – TuttoSesto dicembre 2024
Fonte dei Seppi
Fonte dei Seppi – TuttoSesto dicembre 20247
Cippo degli Scollini
Cippo degli Scollini – TuttoSesto dicembre 2024
Area Attrezzata al 'Tedesco Morto'
Area Attrezzata al ‘Tedesco Morto’ – TuttoSesto dicembre 2024
Croce di Poggio all'Aia
Croce di Poggio Casaccia – TuttoSesto dicembre 2024
Poggio Cornacchiaia
Poggio Cornacchiaia  – TuttoSesto dicembre 2024
Croce di Poggio Casaccia
Croce di Poggio all’Aia – TuttoSesto dicembre 2024
Sesto avvolta nella nebbia
Sesto avvolta nella nebbia – TuttoSesto dicembre 2024
Selletta
Selletta – TuttoSesto dicembre 2024

 

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