Cammina, cammina
Quante scarpe consumate
Quante strade colorate
Cammina, cammina
Vanno verso nord, disegnano confini
Scendono poi a sud, segnando destini
Rimangono nel cuore quelle strade sotto il sole
Bello è ritornare, ma andare forse è meglio
(I Nomadi)
Itinerario:
- Via Piero Calamandrei
- Via di Padule
- Via della Querciola
- Via Giulio Cesare
- Viale Pratese
- Piazza Bagnolet
- Via del Campo Sportivo
- Via dell’Olmo
- Via Carlo Cafiero
- Via I Maggio
- Via Leonardo Fibonacci
- Via Ugo Bassi
- Via Giuseppe Romei
- Via Guglielmo Pepe
- Via Nino Bixio
- Via Giotto
- Via delle Porcellane
- Sdrucciolo del Margone
- Via della Cristallina
- Piazzetta della Biblioteca
- Via dei Decoratori
- Via dei Ceramisti
- Via della Fabbrica
- Via di Doccia
- via del Tiglio
- Via dei Molini
- Via dei Chiavacci
- via de’ Redini
- Via Antonio Vivaldi
- Via del Torrente
- Via delle Torri
- Via Carlo Ciampi
- Via degli Orti
- Via di Colonnata
- Via Masaccio
- Via Donatello
- Via Torquato Tasso
- Via delle Rondini
- Viale Giulio Cesare
- Via della Querciola
- Via di Padule
- Via Piero Calamandrei
La tappa odierna è incentrata sulla famiglia Ginori. Proverò a seguirne le tracce e per questo mi ritroverò a percorrere anche strade già attraversate sulle quali sorvolerò o quasi. Altri luoghi, che avrebbero imposto deviazioni più rilevanti, sono stati volutamente evitati. Mi riferisco in particolare a Piazza Ginori, che una volta ospitava la statua del Marchese Carlo, e alla villa di Carmignanello utilizzata per la caccia. I link comunque vi rimandano ai racconti specifici.
La partenza è fissata in via Piero Calamandrei perché da lì si gode di una bellissima vista sulla ‘palla del Ginori’, ormai un’icona di Sesto. Si tratta di una cisterna realizzata, insieme al nuovo stabilimento, all’inizio degli anni ’50 dello scorso secolo e restaurata nel 2022. Nell’osservarla noto che i restauratori hanno avuto la delicatezza di mantenere la scritta Richard-Ginori anche se il marchio è cambiato da tempo. Un riguardo che non ebbero gli operai che nel 1954 protestarono contro i licenziamenti legati al trasferimento nella Piana dello stabilimento ma che nascondevano motivazioni politiche. In quella circostanza gli operai scelsero una forma di lotta singolare: formarono una carovana che si recò in bicicletta a Milano a protestare contro i dirigenti dell’azienda. Ognuno di loro portava sulla schiena un panno bianco con una scritta ben visibile: “Licenziato dalla R.Ginori di Doccia-Firenze”. Per quanto il rapporto della città con i Ginori fosse stato più di una volta conflittuale i lavoratori scrissero per intero il nome dei vecchi proprietari della Manifattura mantenendo invece solo una R puntata per i più recenti proprietari milanesi.
La “Palla del Ginori” è legata a doppio nodo con la sirena della fabbrica che per anni ha scandito i tempi delle famiglie sestesi richiamandole al lavoro e indicando il momento di ‘buttare la pasta’. La sirena viene fatta suonare in maniera straordinaria nella mattinata del primo settembre in ricordo della liberazione di Sesto.
Proseguo il mio viaggio fino a via pratese da dove è possibile ammirare (per ora solo l’esterno) il Museo della Manifattura Ginori inaugurato nel 1965 e chiuso dal 2014.
Salgo poi per via del Campo Sportivo rasentando il muro di cinta di quello che oggi è lo stadio “Piero Torrini”, dal nome di un calciatore sestese che militò in serie A anche nella Fiorentina prima di morire per un malore durante la partita Pavia-Catanzaro.
Stando all’opuscolo realizzato durante il ventennio, il campo sportivo, oltre a contenere il campo di calcio disponeva anche di un’ampia area dove veniva esercitato il gioco del tamburello. Costò 150.000 lire.
Via del Campo Sportivo, insieme a Piazza Bagnolet (cittadina francese con cui Sesto Fiorentino è gemellato dal 1961) nel 1978 costituì il set della prima scena del film “Eutanasia di un amore” con Ornella Muti e Tony Musante. Chi ha la curiosità di vderla basta navigare su You tube. La scena inizia con una fiat Ritmo ferma al semaforo dove fino a poco tempo fa c’era l’albergo Trieste
A questo punto attraverso rapidamente le vie di Querceto e Colonnata e raggiungo la cittadella di Doccia, oggi quartiere residenziale per secoli sede della Manifattura Ginori. Molta della storia di Sesto ha avuto origine da qui. Mi limito a ricordare l’istituzione della Società di Mutuo Soccorso, la direzione affidata a Paolo Lorenzini, il ruolo politico di Lorenzo Ginori, la vicenda dei Serrati che vide coinvolto anche il sindaco Fortunato Bietoletti, la visita del ‘capo indiano’ Cervo Bianco, e il fallimento dello sciopero del 1922 che sancì, come ebbe a scrivere Antonio Gramsci, la caduta di Sesto Fiorentino.
All’interno della cittadella l’antica villa Le Corti, che Carlo Ginori acquistò dai Buondelmonti, è stata trasformata nella Biblioteca comunale intitolata allo storico sestese Ernesto Ragionieri. Da via della Fabbrica e da via del Tiglio riesco a intravedere la villa Ginori con le palme che la caratterizzano. Era la villa di campagna dei marchesi che la acquistarono nel 1525.
Da qui godo di una bella visuale su Sesto e, prima di rientrare, mi lascio andare alle riflessioni e alle considerazioni. Mi sovviene un pensiero che ho già avuto modo di manifestare: una città è l’insieme delle tracce che gli uomini che l’hanno abitata hanno lasciato nel corso dei secoli. Possono essere edifici o storie, oggetti o pensieri, vicende personali o collettive, ma di sicuro ogni cittadino ha partecipato al suo sviluppo. Con queste passeggiate spero di essere riuscito a riportare alla luce alcun di queste tracce.
Il percorso però non è terminato. Ho in mente almeno altre due tappe.
Intanto vi lascio dopo circa 8,5 chilometri con cinque foto e 16 link per i consueti (e consigliati) approfondimenti.
Alla prossima
Daniele Niccoli
FOTO: