30 giugno 1907 – La vicenda dei ‘serrati di Doccia’

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Foto tratta dalla pagina Facebook di Sesto com'era

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

30 giugno 1907 – I ‘serrati di Doccia’

 I primi anni del Novecento rappresentarono un periodo di grande crisi per il comparto ceramico tanto che molti operai si ritrovarono improvvisamente senza lavoro. Per ovviare alla congiuntura negativa il Comitato Centrale della Federazione Ceramisti deliberò la costituzione di una cooperativa di produzione, dove avrebbero trovato lavoro i disoccupati. L’atto fu sottoscritto anche da 27 operai della Richard Ginori.

Dopo una lunga preparazione per compilare lo statuto venne effettuato l’atto di costituzione in una delle scuole comunali, presenti molti operi della Manifattura Ginori, 27 dei quali sottoscrissero volontariamente l’atto di costituzione. Tale fatto sembrò a tutti che non dovesse ledere gli interessi di nessuno e tanto meno del colosso industriale di Doccia (Alfredo Contini)

Il fatto fu considerato gravissimo dalla direzione della Manifattura e le ripercussioni non tardarono a manifestarsi

 Il lunedì successivo, quando gli operai, raggiunto il loro posto nell’industria, si sentirono notificare immediatamente il licenziamento col motivo di aver sottoscritto l’atto di costituzione della cooperativa ceramica. Solo a 26 fu notificato il licenziamento. Tornarono a casa dolenti, ma fieri nella persuasione di non aver commesso nessun misfatto. Sul ventisettesimo la ditta aveva soprasseduto. Perché? Si trattava del buon e onesto Bietoletti, il quale come firmatario dell’atto di costituzione della cooperativa, si recò subito dal direttore della fabbrica a rinfrescargli la memoria, che egli intendeva essere  solidale con i compagni, concludendo per essere licenziato

In un primo tempo si tentò di risolvere la vicenda dei ‘serrati’ (così furono chiamati gli operai licenziati) attraverso una vertenza sindacale ma, di fronte al tentativo della Richard-Ginori di mandare per le lunghe le trattative, i serrati intentarono causa nei confronti della direzione della manifattura. La vicenda si concluse solo nel 1914 con la vittoria degli operai che ottennero un forte indennizzo. Purtroppo per qualcuno di loro era già tardi. Pilade Parigi, per esempio, era morto da un anno. Aveva 46 anni e trenta gli aveva passati lavorando a Doccia. Quando fu sottoposto all’esame necroscopico i suoi polmoni risultarono pieni di noduli prodotti dai detriti minerali respirati nello stabilimento.

L’episodio dei serrati fu uno dei primi in cui la popolazione sestese seppe esprimere quelle doti di solidarietà che poi l’avrebbero contraddistinta. Si raccolsero più di 13.000 lire. Allo stesso tempo le Società di Mutuo Soccorso sottoscrissero azioni della Cooperativa Federale che fissò la sua sede proprio a Sesto. Qui divenne una bandiera del movimento operaio ma non ebbe mai vita facile sia per la concorrenza della Richard-Ginori sia per l’ostracismo delle banche che non erogavano credito. Sopravvisse fino al 2 maggio 1915 quando la crisi che anticipò la Prima Guerra Mondiale la travolse.

Daniele Niccoli

 

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