Eni, Arena (centrosinistra): “Accordo che solleva questioni non più rinviabili”

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Maria Arena

A un anno dalla tragedia che ha colpito Calenzano e dalla grande mobilitazione cittadina che vide una comunità intera stringersi attorno alle famiglie delle vittime, l’annuncio dell’accordo tra Regione Toscana, Comune di Calenzano ed ENI impone una riflessione politica seria, pubblica e trasparente.

La scelta di non riaprire il deposito ENI sul territorio comunale rappresenta un fatto rilevante. Tuttavia, le modalità con cui si è arrivati a questo risultato e le conseguenze dell’accordo sottoscritto pongono interrogativi che non possono essere elusi né gestiti al di fuori delle sedi democratiche.

1. Una decisione del Consiglio Comunale superata e una Commissione svuotata di ruolo

Il Consiglio Comunale di Calenzano, nella seduta del 23 dicembre 2024, aveva assunto una decisione chiara in merito alla costituzione del Comune come parte civile nel procedimento giudiziario.

Oggi apprendiamo che il Comune ha invece scelto di non costituirsi in giudizio, a fronte di un accordo economico del valore di 6,5 milioni di euro.
Di fatto, questa scelta equivale a rinunciare al giudizio della magistratura sull’entità complessiva dei danni, che potrebbero anche risultare superiori alla cifra pattuita.

Tale cambio di indirizzo politico è avvenuto senza alcun confronto preventivo né in Consiglio Comunale né nella Commissione consiliare speciale ENI, appositamente istituita per mantenere attivo un canale di discussione, approfondimento e proposta su una vicenda di straordinaria rilevanza per la comunità.

La Commissione ENI si è riunita il 2 dicembre, venendo semplicemente informata dell’accordo già raggiunto, senza possibilità di incidere sulle scelte o di valutare alternative.
Una convocazione avvenuta il giorno precedente alla firma dell’accordo transattivo tra Comune ed ENI, sottoscritto alla presenza del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

In questo modo, la Commissione è stata ridotta a una sede di mera ratifica ex post, svuotandola del ruolo per cui era stata costituita e rendendola politicamente inutile.

2. Un’occasione urbanistica e industriale mancata

L’area di proprietà ENI avrebbe potuto rappresentare un’opportunità strategica molto più ampia per Calenzano.

Si tratta di una zona logisticamente centrale, prossima al casello autostradale, che avrebbe potuto consentire:
• una riorganizzazione più ordinata dell’assetto urbano;
• la realizzazione di un polo produttivo moderno, con capannoni industriali “5.0” ricoperti da pannelli fotovoltaici;
• la ricollocazione delle attività produttive oggi presenti in aree miste residenziale-produttivo, migliorando la qualità della vita nei quartieri.

Di tutto questo non risulta esserci stata una discussione pubblica né una valutazione complessiva delle alternative possibili.

3. Sessant’anni di impatti sul territorio: compensazioni adeguate?

Per oltre 60 anni, il territorio di Calenzano ha sopportato un traffico medio stimabile in circa 100 mezzi pesanti al giorno, con conseguenze evidenti:
• sul consumo e la manutenzione delle infrastrutture stradali;
• sull’inquinamento ambientale;
• sulla qualità della vita dei residenti.

Ci chiediamo se, nel corso dei decenni, la comunità di Calenzano sia stata adeguatamente compensata per questi impatti strutturali e se l’accordo attuale tenga realmente conto di questo bilancio storico.

4. I danni ambientali non ancora emersi

Resta aperta una questione tutt’altro che secondaria:
cosa accadrebbe se dalle indagini ambientali in corso o dal piano particolareggiato emergessero danni non ancora rilevati?

La rinuncia alla costituzione di parte civile rischia di limitare la capacità dell’ente di tutelare pienamente l’interesse pubblico nel caso in cui venissero accertate criticità ulteriori sul piano ambientale, sanitario o patrimoniale.

5. Trasparenza, centralità del Consiglio Comunale e responsabilità politica

Riteniamo grave che una trattativa di tale portata sia stata condotta senza un coinvolgimento strutturato del Consiglio Comunale e senza un confronto politico aperto con tutte le forze rappresentate.

Chiediamo quindi:
• che l’accordo con ENI venga illustrato integralmente in Consiglio Comunale;
• che vengano chiarite le motivazioni politiche e giuridiche alla base della rinuncia alla costituzione di parte civile;
• che il Consiglio Comunale torni ad essere luogo centrale delle scelte strategiche per il futuro di Calenzano.

Alla politica, e alle forze progressiste in particolare, spetta il compito di governare i processi, non di subirli, nell’interesse della giustizia, della trasparenza e della tutela dei beni comuni.

Maria Arena: capogruppo consiliare PD, Futura Centrosinistra 

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