7 giugno 1965 – Inaugurazione del Museo Richard-Ginori

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Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

7 giugno 1965 – Inaugurazione del Museo-Richard-Ginori

L’idea di ospitare una manifattura ceramica all’interno di Villa Le Corti, da poco acquistata dala famiglia Buondelmonti, obbligò il marchese Carlo Ginori a intraprendere una vasta opera di ampliamento della villa stessa. I lavori furono affidati a Giovan Filippo Ciocchi e a Giovan Battista Nelli che, per prima cosa, dovettero creare lo spazio necessario a ospitare la fornace che in effetti fu realizzata fra il 1737 e il 1738.

Nel 1754 fu la volta della galleria che, destinata a museo delle porcellane, fu affrescata dal pittore fiorentino Vincenzo Meucci. L’artista all’interno delle quadrature realizzate da Giuseppe del Moro, illustrò le varie fasi della lavorazione della porcellana.

Il museo, con i migliori esemplari della produzione, rimase nella sede originaria fino agli anni cinquanta del Novecento quando la proprietà decise di trasferire produzione e Museo nella piana di Sesto Fiorentino.

La realizzazione del nuovo museo, raro esempio di razionalismo architettonico in Toscana, fu affidata agli architetti Pier Niccolò Berardi e Fabio Rossi.

L’inaugurazione avvenne il 7 giugno 1965 alla presenza dell’allora Presidente del Senato Cesare Merzagora. Alla cerimonia parteciparono anche il presidente dell’azienda, Giulio Richard, l’amministratore delegato, conte Raimondo Visconti di Modrone, il marchese Leonardo Ginori e il cardinale di Firenze Ermenegildo Florit.

La collezione del Museo comprende circa 8000 oggetti in porcellana o maiolica esposte secondo un ordine cronologico e divise in periodi collegati ai Ginori che si sono succeduti alla guida della manifattura (Carlo, Lorenzo, Carlo Leopoldo, Lorenzo e Carlo Benedetto) per finire con il periodo Richard-Ginori iniziato 1896 e che vide il suo apice sotto la direzione artistica di Gio Ponti.

Il 15 maggio 2014 in seguito al fallimento della Richard-Ginori avvenuto più di un anno prima, i curatori fallimentari si sono trovati costretti a chiudere il Museo per eliminare i costi di gestione. Da quel giorno il museo non è stato più riaperto al pubblico, ma, finalmente, nel 2017 l’edificio e le collezioni del Museo sono state acquistate dallo Stato Italiano che ha anche stanziato una somma per gli interventi di riqualificazione più urgenti. Dopo questa prima fase il Mibact affiderà la gestione del Museo a una fondazione mista pubblico-privata. L’auspicio è di poter assistere quanto prima alla riapertura del Museo stesso.

Daniele Niccoli

 

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