Inaugurata la mostra dedicata a Don Milani

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E’ stata una cerimonia emozionante quella che si è conclusa con il taglio del nastro della mostra “Don Milani, un prete maestro” svoltasi nei locali de La Soffitta Spazio delle Arti presso il Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata a Sesto Fiorentino nella mattina di domenica 5 febbraio. L’evento, organizzato dal Gruppo La Soffitta Spazio delle Arti, vuole riportare alla ribalta la figura di don Lorenzo Milani nel cinquantesimo della sua scomparsa, soprattutto a vantaggio delle nuove generazioni, attraverso testi, foto, documenti e con la proiezione di un video emozionante che in 20 minuti porta lo spettatore nel vero clima degli anni di Barbiana.

L’iniziativa è stata resa possibile dalla condivisione del progetto con enti territoriali e istituzioni legate alla figura del noto sacerdote: Comuni di Sesto Fiorentino, Calenzano e Vicchio, Fondazione Don Lorenzo Milani, che espone un estratto della mostra fotografica “Barbiana e la sua scuola”, Gruppo Don Lorenzo Milani di San Donato di Calenzano, che ha fornito materiale legato agli anni di San Donato, e Centro Formazione e Ricerca Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana di Vicchio, che ha portato immagini storiche dei luoghi di Don Milani. I primi cittadini di Sesto Fiorentino e Calenzano, Lorenzo Falchi e Alessio Biagioli, hanno anche scritto una partecipata prefazione al catalogo della mostra.

Lorenzo Falchi, la mostra la descrive così: “E’ davvero significativa. Rievoca la storia di don Milani, ma non solo la sua storia personale, bensì una storia collettiva nella quale c’è tutto l’impegno di chi pensa agli ultimi, è dalla parte degli ultimi e li riscatta in modo rivoluzionario per dargli gli strumenti, partendo dalla scuola, per poter stare nel mondo alla pari di tutti gli altri. Un evento che rende giustamente omaggio alla sua esemplare vicenda umana e alla storia dei suoi ragazzi. Siamo orgogliosi che sia ospitata a La Soffitta nel comune di Sesto Fiorentino”.

Siamo veramente felici – ha esordito Francesco Mariani, responsabile del Gruppo la Soffitta Spazio delle Arti e presidente del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata – di essere riusciti, per primi quest’anno, a mettere insieme tutte le componenti del mondo che gravita attorno a don Milani e molti dei suoi ex allievi. Ringrazio le amministrazioni comunali di Sesto Fiorentino, Calenzano e Vicchio per il sostegno offertoci; e poi Fondazione Don Lorenzo Milani, Gruppo Don Lorenzo Milani di San Donato di Calenzano e Centro Formazione e Ricerca Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana di Vicchio per aver contribuito con i loro materiali ad allestire l’esposizione. Grazie anche a Polistampa per la realizzazione del catalogo dell’evento.Qualcuno si chiederà perché una mostra su don Milani in un luogo abitualmente deputato alle rassegne d’arte. Ebbene, va ricordato che, prima di entrare in seminario, Lorenzo ha studiato all’Accademia di Brera a Milano ed è stato disegnatore e pittore. Quindi questa è anche casa sua”.

Francesco e il Gruppo La Soffitta Spazio delle Arti ci propongono anche questa volta un progetto che diffonde cultura e civiltà – ha chiosato Damiano Sforzi, vice sindaco di Sesto Fiorentino –. Recentemente c’è stata una mostra su Alfredo Martini, ora questa su don Lorenzo Milani. Entrambe non sono strettamente legate all’immagine, ma attraverso le immagini raccontano un pezzo di storia di questo Paese. Se si pensa ala figura di don Milani, al secolo Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti, ci sconvolge l’idea che un figlio dell’alta borghesia degli anni a cavallo della seconda guerra mondiale abbia cambiato vita per andare a insegnare ai poveri e ai contadini; ma aveva capito che per formare un popolo libero e ricco di valori si doveva partire dall’istruzione. Rubo una frase ad Alfredo Martini detta in onore di Fiorenzo Magni ma che calza a pennello anche per don Milani: dopo la sua morte abbiamo perso una luce nella vita, ma si è acceso un faro, il faro dell’esempio e questo faro illuminerà il nostro futuro; sta a noi tenerlo sempre acceso”.

Calenzano è il luogo dove don Lorenzo ha fatto le esperienze più forti – ha proseguito Alessio Biagioli, primo cittadino di Calenzano – e credo che 50 anni dopo di lui sia ancora necessario far conoscere il forte messaggio figlio di queste esperienze. Credo che oggi si debba riflettere su come attualizzare e mettere in pratica i suoi insegnamenti. Perché le cose non sono migliorate così tanto. La differenza fra chi andava in bicicletta e chi in auto forse si è acuita, tanto che c’è chi la bici non ce l’ha più e chi va in jet. Se rileggiamo i suoi scritti ci chiede di affrancarci dai mali dell’umanità e di cercare più che mai di operare per la giustizia sociale. E noi amministratori abbiamo il dovere di cercare di capire come fare per seguire il suo esempio”.

Emozionanti sono state, poi, le testimonianze degli ex allievi di don Milani.

Sono stato fra i primi allievi di don Lorenzo – ha raccontato Maresco Ballini, presidente del Gruppo Don Lorenzo Milani di San Donato di Calenzano –. Lui a vent’anni ha avuto una vera conversione: da ateo è diventato credente e da egoista, nel senso che la sua famiglia viveva grazie ai contadini che lavoravano nella loro fattoria con venti poderi, è diventato altruista. Infatti tutto quello che ha fatto dopo l’ordinazione lo ha fatto solo in funzione del bene del prossimo. A San Donato è arrivato nel 1947, aveva 24 anni. Cosa fece? Si è guardato attorno parlando con tutti i parrocchiani. E dopo poco è nata la Scuola popolare per giovani operai e contadini. Una scelta basilare visto che l’ha portata avanti, con i ragazzi perché lì di giovani non ce n’erano, anche a Barbiana. Alla sua scuola andavamo tutti, anche chi frequentava la Casa del Popolo. E ci ha insegnato la cultura, la libertà e il rispetto”.

Taglio del nastro

Credo che il titolo di questa mostra sia davvero indovinato – ha aggiunto Giancarlo Carotti della Fondazione Don Lorenzo Milani – perché don Lorenzo maestro lo è diventato per forza. Lui si era innamorato del Vangelo in una sola notte, ma come poteva farcelo capire se non avevamo padronanza della lingua e della parola? E così ce le ha insegnate. Non gli bastava leggerci le sacre scritture e spiegarcele, andava anche a verificare nei testi in greco e latino che le sue parole fossero ben attinenti al significato originale. Io sono stato uno dei primi sei ragazzi di Barbiana in quella che fu la sola scuola post elementare del Mugello prima della nascita della scuola media dell’obbligo. E’ stata una scuola di cultura che ci ha resi davvero degli uomini liberi”.

Il messaggio dato a noi ma che non smette di essere attuale – ha rimarcato Nevio Santini del Centro Formazione e Ricerca Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana di Vicchio – è che non si smetta mai di sentirci cittadini del mondo. Ci mettevo un’ora la mattina ad andare a Barbiana e un’ora la sera per tornare a casa, ma lì oltre a riempirmi di cultura ho perso quella timidezza che noi montanari portavamo dentro. Oggi la si può immaginare come una scuola dura, ma in realtà era così diversa, centrata sulla forza della parola e dell’amore, che a noi è sembrata morbida. E in pochi anni ci ha trasformato in giovani intelligenti e colmi di valori”.

Maria Donata Spadolini ha poi svelato alcuni aspetti delle sue origini borghesi: “Non l’ho conosciuto, ma la mia famiglia mi ha sempre parlato di don Lorenzo Milani. Lui era amico di giochi di mio padre quando da ragazzo andava in estate a Castiglioncello. Facevano parte del mondo culturale fiorentino legato alle migliori scuole. La sua scelta di vita sconvolse quell’ambiente borghese. Un suo amico fraterno, don Alfredo Nesi, fondatore della sezione brasiliana della Madonnina del Grappa, mi ha parlato di lui come di una figura già al limite della beatitudine e capace di ispirarlo nei suoi progetti missionari ed educativi. Un modello unico per capire come essere missionari nella propria terra con le persone che abbiamo accanto”.

Com’è giusto ricordare don Lorenzo Milani in questo importante anniversario senza rischiare di strumentalizzarlo? – si è infine chiesta Sandra Gesualdi della Fondazione Don Lorenzo Milani – Lui è stato un vero prete della sua carissima moglie Chiesa, come amava dire. Scoperto il Vangelo ha scelto di metterlo in pratica senza compromessi, alla lettera, e quando uno fa così è dirompente, diventa una spina nel fianco, un po’ come papa Francesco oggi. E infatti di don Lorenzo si può dire che è stato un profeta perché vedeva lontano, avanti nel tempo, come dimostra il fatto che siamo qui a ricordarlo dopo l’esilio che ha subito dalla curia fiorentina 50 anni fa. Ora starebbe con le masse di profughi che cercano una vita migliore. Vi invito a rileggere i suoi scritti; fa capire bene chi erano per lui oppressi e oppressori. E nella scuola ha visto lo strumento basilare per aiutare gli ultimi del suo tempo a diventare cittadini sovrani. Non a caso a Barbiana i libri di testo basilari erano Vangelo e Costituzione. In ‘Lettera a una professoressa’ spiega con un linguaggio perfetto anche oggi quale dovrebbe essere il ruolo della scuola. Rileggiamolo per attualizzarlo e essere in grado di seguirne l’esempio”.

Biagioli intervistato alla mostra

Durante la cerimonia inaugurale è intervenuto anche l’attore e regista teatrale Gionni Voltan che ha introdotto lo spettacolo “Un viaggio lungo un mondo” scritto da Claudia Cappellini che si terrà la sera di venerdì 24 febbraio nel Teatro del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata e racconterà la vita di don Milani attraverso le voci di chi l’ha conosciuto a Calenzano. “Siamo alla settantesima replica di uno spettacolo pensato per un’unica uscita sul sagrato di San Donato – ha puntualizzato – e questo ci riempie d’orgoglio perché vuol dire che il messaggio che veicoliamo rimane sempre vivo e arriva al pubblico”.

L’altro evento collegato alla mostra è il convengo “Dentro l’opera di Don Milani” in programma nel pomeriggio di giovedì 23 febbraio alla biblioteca comunale Ernesto Ragionieri di Sesto Fiorentino. Interverranno Marco Bontempi, docente di sociologia all’Università di Firenze e dell’Istituzione culturale e Centro di documentazione Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana di Vicchio, che aprirà con “Perché ci dovrebbe interessare l’esperienza di Barbiana oggi?”; poi Maresco Ballini, presidente del Gruppo Don Lorenzo Milani di San Donato di Calenzano, racconterà “I sette anni di Don Milani a Calenzano e l’esperienza unica della Scuola Popolare”; Sandra Gesualdi, della Fondazione Don Lorenzo Milani, parlerà di “Don Lorenzo Milani. L’esilio di Barbiana” prendendo spunto dall’omonimo volume di Michele Gesualdi uscito nel novembre scorso; infine Mario Lancisi, giornalista e scrittore, analizzerà il complesso tema del “Processo all’obbedienza. La vera storia di Don Milani” trattato nel suo libro pubblicato nel 2016.

La mostra “Don Milani, un prete maestro” resterà aperta sino al 5 marzo prossimo con i seguenti orari: feriali 21-23, sabato 10-13, domenica 10,30-12,30 e 16-19, lunedì chiuso. Per le scuole è possibile prenotare visite tutti i giorni della settimana contattando il numero 3356136979.

La Soffitta Spazio delle Arti

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