Chi sono i migranti? Perché scappano dal loro Paese? Cosa vogliono? A queste domande cerca di rispondere la mostra “Migranti, la sfida dell’incontro“, organizzata dalla Fondazione Meeting di Rimini e dalla Caritas Italiana e allestita nel chiosco della pieve di San Martino di Sesto Fiorentino fino a sabato 20 maggio.
L’episodio che ha innescato l’organizzazione della mostra nella nostra città è stato, purtroppo, la morte di Alì Muse nel rogo dell’ex Aiazzone all’Osmannoro il gennaio scorso.
In alcuni video sono presenti delle testimonianze. Come quella di Nour e del marito Hasam (siriani), arrivati, insieme al figlio Riad di due anni, in Italia con Papa Francesco il 16 aprile 2016 dal campo profughi dell’isola greca di Lesbo.
E’ un viaggio alla scoperta dell’altro, dei nuovi vicini di casa. I numeri sono imponenti. I migranti sono 244 milioni, il 3,3 per cento della popolazione mondiale, i rifugiati sono 60 milioni. Nel 2015 hanno fatto richiesta di asilo in Europa un milione e 256mila persone, più del doppio dell’anno precedente. 850mila sono sbarcate in Grecia percorrendo la rotta balcanica, 154mila in Italia attraverso il Mediterraneo, dove nel 2014 sono annegate oltre 10mila persone.
Parte chi cerca lavoro, chi ha a che fare con una povertà estrema, con carestia, siccità, chi è vittima di persecuzioni, chi fugge dalla guerra. Alla base del problema dell’immigrazione ci sono motivazioni economiche, ambientali e geopolitiche.
Un tema profondo affrontato anche da Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Evangeli gaudium“: “I migranti mi pongono una particolare sfida perché sono Pastore di una Chiesa senza frontiere che si sente madre di tutti”. Nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2014 il Santo Padre scriveva: “Nel volto di ogni persona è impresso il volto di Cristo. Qui si trova la radice più profonda della dignità dell’essere umano, da rispettare e tutelare sempre“. Nel discorso al Consiglio d’Europa tenuto il 25 novembre 2014, Papa Francesco sottolineava l’importanza della cultura dell’incontro, cioè “riconoscere nell’altro non un nemico da combattere, ma un fratello da accogliere“.
Una mostra che merita di essere visitata perché ci fa capire, citando sempre il Santo Padre, “chi è quell’altro che bussa alle porte della nostra società, da quali terre arriva e perché ha deciso di venire dalle nostre parti“.
STEFANO NICCOLI