Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa di Americo D’Elia e Antonio De Natale, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle a Calenzano.
“Sull’ultimo fascicolo, settembre-ottobre2017, del periodico bimestrale “Per Quale Comune”, l’occhiello dell’articolo a firma di,” Il Sindaco Alessio Biagioli”, recita:
Sostenibilità ambientale oggi significa avere la forza delle scelte, capire la differenza fra l’ambiente urbano e quello naturale.
Una visione conservativa non può dare risposte a un mondo che cambia.
Sostenibilità ambientale oggi significa avere la forza delle scelte, ma cosa significa? La forza e le scelte sono sinonimi antitetici: la forza è una peculiarità impositiva, la scelta è una peculiarità liberale; quindi l’una imposizione, l’altra è libertà. Semmai la forza è la dote che consente l’esecuzione di un’opera, il perseguimento di un percorso arduo, impegnativo. La libertà; oltre che fisica, culturale, intellettuale soprattutto, molto rara e difficile da conseguire, è quella che consente di fare le scelte. Se non si è liberi le scelte sono negate.
Capire la differenza fra l’ambiente urbano e quello naturale; per quanto ci si possa sforzare non si riesce a capire su cosa si vuole orientare l’attenzione. Forse si vuole attribuire all’ambiente urbano una sorta di artificialità e a quello naturale una qualità di spontaneità. Se quant’anche fosse dove sarebbe lo sforzo per capirlo e soprattutto a quale destinazione. Forse vuole giustificare l’interpretazione dell’orientamento circa la compatibilità di convivenza fra la struttura costruita e l’insieme delle piante che concorrono insieme a formare l’ambiente urbano armonizzato dal quale abbiamo appreso che “Gli alberi in città hanno un ciclo di vita non eterno” invece fuori città he…In particolare, le piante di pino non sono compatibili con la città perché le foglie intasano le caditoie e in caso di eventi atmosferici estremi provocano gravi danni. Invece le altre alberature non hanno foglie e gli eventi estremi non stroncano rami con relativo pericolo. La realtà è che in entrambi i casi occorre porre attenzione e disporre le adeguate manutenzioni.
Una visione conservativa non può dare risposte a un mondo che cambia. Forse il sindaco voleva intendere; una visione conservatoristica non è idonea a dare risposte ad un mondo che cambia, ma anche questo può essere argomento di confronto. Invece, solo la visione conservativa, in caso di un percorso di autentica rigenerazione, è idonea a garantire la gelosa difesa delle caratteristiche identitarie, argomento che l’attuale amministrazione dimostra di non curare. Infatti basta osservare lo scempio perpetrato a carico delle Piazza del Comune che confrontata con il Palazzo Comunale Storico, le case che la circondano, il nuovo palazzo comunale e la nuova struttura adiacente in corso di costruzione, risultato: un guazzabuglio infernale di stili architettonici senza alcuna identità e non si osa pensare cosa succederà se e quando un giorno sarà presa in carico l’attuale caserma dei carabinieri.
Inoltre tutto l’articolo è un inno a tutta una serie di interventi discutibili, e comunque tutti caratterizzati da contenuti estetici fine a se stessi, volti a giustificare costi ingenti; basti pensare al costo per la ristrutturazione della Piazza del Comune e quanto preventivato per la cosiddetta riqualificazione di piazza Del Girlandaio. Così si va di piazza in piazza, da un parco all’altro, dimenticando che ogni novazione deve essere sostenuta da un intervento di contenuto, commerciale, sociale, culturale; quest’ultimo inteso come accumulo di esperienze vissute che si stratificano che col passare del tempo costituiscono le memorie d’identità.
In questa chiave interpretativa pavento all’idea di cosa potrà diventare la caserma dei carabinieri, la vecchia polveriera e chissà un giorno la possibilità di aggiudicazione qualche villa storica attualmente in stato di abbandono e di degrado.
Vorrei ricordare all’Amministrazione Comunale che è doveroso non ricordarsi solo di fare interventi di facciata enormemente costosa, ma ha il principale dovere di gelosa custode di tutto il patrimonio, sia immobiliare che non con particolare riguardo a quelle strutture nelle quali si svolgono attività a favore della più larga popolazione, in special modo la meno agiata, verso la quale ha il prevalente obbligo di rendersi interprete delle proprie esigenze e di essere, in autonomia, interprete e promotrice di tutte quelle iniziative propedeutiche a migliorare la vita comunitaria in funzione dello sviluppo di uno spirito di appartenenza che è la spina dorsale per lo sviluppo di uno spirito solidale“.