Era il 26 maggio 2014 quando Sara Biagiotti fu eletta nuovo sindaco di Sesto Fiorentino con oltre il 56 per cento dei consensi. L’ex assessore allo sviluppo economico del Comune di Firenze ebbe la meglio sugli sfidanti Maurizio Quercioli (Sesto Bene Comune), Davide Loiero (Forza Italia), Marcello Massi (Nuovo Centro Destra), Giovanni Policastro (Movimento 5 Stelle) e Fabrizio Muscas (Movimento Sesto 2014).
A quasi 365 giorni dal voto, TuttoSesto ha deciso di intervistare gli ex candidati sindaco per avere una loro valutazione del primo anno di mandato di Sara Biagiotti e per sapere cosa avrebbero fatto se fossero stati al suo posto.
Il primo appuntamento di questa nuova “rubrica” è con Maurizio Quercioli, capogruppo della Lista Quercioli – Sesto Bene Comune.
“Il nostro è un giudizio profondamente negativo. Da parte di quest’amministrazione non abbiamo visto nessuna idea per il futuro di Sesto. L’amministrazione si è fermata ad una gestione ragionieristica del bilancio e contemporaneamente ha accolto le indicazioni che venivano da Firenze e dalla Toscana per quanto riguarda Sesto. Ci sono dei punti fortemente critici nella nostra città. Prima di tutto il centro storico. Sta morendo, anzi forse lo è già, lo dicevamo anche l’anno scorso in campagna elettorale. Si sono perse tutte le sue funzioni. E’ diventato un posto vuoto, vivo solo per i grandi eventi. Per vivere, un centro storico deve avere un’attività continua e attirare l’interesse dei cittadini tutti i giorni, tutto l’anno. Secondo noi si doveva lavorare per riportare alcune funzioni in centro, utilizzando, ad esempio, alcune strutture pubbliche tipo la Polisportiva e Palazzo Pretorio. In centro l’unica struttura che c’è, è il cinema di proprietà di un privato che si sta salvando dalla crisi di questo settore. Ci devono essere delle attività e delle strutture che devono attirare soprattutto i sestesi, ma anche chi non è di Sesto. Legato al centro, ci sono i trasporti e la viabilità. Anche i parcheggi a pagamento non hanno più senso, allontanano le persone invece che avvicinarle. Si parla di zone 30, ma dopo un anno non ce n’è traccia. Stesso discorso per le piste ciclabili.
Secondo punto: la Piana. Anche su questo fronte abbiamo un giudizio negativo. L’amministrazione non ha fatto niente per contrastare le scelte di livello regionale. Il Comune non ha avuto autonomia e capacità di esprimere la propria identità. Espandendo l’aeroporto, l’amministrazione decide di mettere in secondo piano il polo scientifico – nella cui area dovrebbe sorgere anche il liceo – e quindi la ricerca. Essere a favore della ricerca e non dell’aeroporto è una scelta di qualità: significa scegliere un futuro ecologicamente sostenibile legato a industria e nuove tecnologie, uno sviluppo che vince la concorrenza attraverso l’innovazione.
Terzo punto: l’inceneritore. Se si sceglie di bruciare i rifiuti, si sceglie un futuro di pericolo per la salute dei cittadinini ed uno spreco di preziose materie prime. Recuperare i rifiuti potrebbe determinare lo sviluppo di un’industria e quindi la creazione di nuovi posti di lavoro. Questo, inoltre, ci permetterebbe di mantenere il parco della piana, un grande parco della scienza accanto alle oasi florofaunistiche e spazi per lo svago, altro valore aggiunto di quest’area, non solo del Comune di Sesto.Se utilizzato nel modo appropriato, il parco potrebbe diventare un polmone più importante delle Cascine, anche perché a servizio di un’area maggiore”.
Cosa avresti fatto se fossi stato eletto sindaco di Sesto?
“Prima di tutto avrei allacciato un rapporto diretto con i lavoratori ed i commercianti del centro per individuare i problemi reali e come li vivono. Quindi avrei affrontato subito la questione Polisportiva e Palazzo Pretorio per vedere come recuperare queste strutture in poco tempo. Inoltre avrei provato a recuperare le funzioni del centro storico, al di là dei grandi eventi. Altra cosa: il PIT fu approvato dalla Regione a luglio 2014, l’amministrazione fu eletta a metà giugno e il primo consiglio comunale si tenne il 3 luglio. Noi non avremmo aspettato quella data, avremmo fatto immediatamente tutti i ricorsi legali per cercare di evitare l’espansione dell’aeroporto. Avremmo cercato di coinvolgere subito l’Università che ha fatto i suoi ricorsi tardi, a settembre-ottobre 2014, cioè quando era già stato deciso tutto. Inoltre avremmo aperto un tavolo con la Regione e con i comuni interessati per superare l’idea di incenerimento dei rifiuti. A Sesto abbiamo la fortuna che i lavori per la costruzione dell’inceneritore non sono iniziati e quindi un possibile spazio per rivedere una scelta sciagurata. E’ un’opera di 15-20 anni fa e quindi superata ancor prima che venga costruita”.
STEFANO NICCOLI