Sesto Fiorentino sui giornali:
Facciamo una premessa: non siamo economisti e quindi non sappiamo esattamente se la “moneta” stampata a Sesto all’inizio degli anni ’50 possa in qualche modo essere paragonata ai minibot proposti dal presidente della Commissione bilancio della Camera, il leghista Claudio Borghi.
Certo che la notizia pubblicata il 10 giugno 1950 su il Corriere d’informazione (quotidiano del pomeriggio e della notte che usciva alle 17, alle 20 e alle 24) ci ha colpito e, pur considerando la distanza di tempo e le circostanze molto diverse, ci ha fatto sorridere e riflettere.
Si trattava di una moneta (buoni d’acquisto) che permetteva ai possessori di comprare generi di prima necessità presso le cooperative del territorio. Erano tempi difficili. La guerra aveva lasciato miseria e fame, il boom economico era lontano da venire e questa operazione è ricordata ancora come una forma di solidarietà di cui i sestesi andavano orgogliosi.
Le regole, giuste o sbagliate, però, c’erano anche allora e la Guardia di Finanza arrivò a confiscare otto milioni di questa strana valuta. Ci furono delle ripercussioni? L’articolo non lo dice.
Noi proseguiremo nella nostra ricerca, ma intanto sarebbe ben accetta qualsiasi considerazione da parte di qualche testimone dei fatti.