CALENZANO, 7 AGOSTO 2019 – In piena estate scoppia la polemica a Calenzano. A far discutere è l’Associazione Turistica Calenzano. “Fuori la politica dall’ATC”, le dure parole di Americo D’Elia di Fratelli d’Italia. Non si è fatta attendere la replica del sindaco Riccardo Prestini. “Non ha senso chiedere al Comune di uscire dall’associazione“, ha risposto il primo cittadino. Finita qui? Macché. Questa la controreplica del consigliere comunale:
“Sono io che mi stupisco che si continui a difendere l’indifendibile, nel mio comunicato ho parlato volontariamente di opportunità e non di incompatibilità.
Ricordo, come sottolinea il sindaco, che di tali situazione ne abbiamo già largamente discusso nella scorsa consiliatura e che anche in quelle occasioni, per mesi, siamo stati continuamente richiamati fino alla risposta del ministero degli interni che invece evidenziava dei fattori importanti, dandoci ragione su tutta la linea e non abbiamo mai, in questi anni sentito dire a qualche esponente del Pd ‘Avevate ragione, scusate’.
L’ ATC non è una semplice associazione, ma, come ribadito nella nota del ministero degli interni nel febbraio 2016 che dichiarava l’incompatibilità del presidente, è di fatto un gestore di beni pubblici, infatti lo stesso Ministero richiamava al fatto che ad ATC oltre alle sovvenzione di migliaia di euro di soldi pubblici erano affidati la gestione di beni comunali come il museo, gli spazi del castello, la sede dell’associazione.
Lo stesso ministero richiamava giurisprudenza, con vari sentenze della corte di cassazione , basandosi sul fatto che tale associazione in maniera continuativa, da anni, riceve sovvenzioni dal Comune e gestisce beni di proprietà comunale e sopratutto ribadiva che alcune spese come la sede sono in carico al Comune e per tanto come ribadito dalla sentenza 4591 della corte di cassazione, tale ente ha una durata e stabile partecipazione di entrate economiche nelle proprie risorse finanziaria.
Altresì io non mi permetto di vietare a qualcuno di esercitare un diritto costituzionale alla partecipazione politica, ma essere membro di una segreteria del partito che poi è lo stesso che amministra il paese e che ha in giunta le stesse persone che poi si siedono ai tavoli politici della segreteria del PD locale per attuare i programmi e dettare la linea politica. Non è la stessa cosa di avere semplici idee politiche e sedersi al tavolo di un bar a parlare di politica con gli amici.
Altresì ricordiamo che lo stesso è stato eletto mentre era ancora in Carica da consigliere e si è dimesso praticamente a consiliatura finita.
Stupisce invece come ogni volta si voglia difendere una palese “questione Morale” che proprio la sinistra dovrebbe fare sua, essendo un cavallo di battaglia di uno dei suoi fondatori, Enrico Berlinguer.
Proprio per il ruolo istituzionale che ricopro voglio allontanare ogni tipo di ombra e sospetto su un’associazione che cammina parallelamente all’ente e che gestisce beni e soldi pubblici”.