Un ragazzo si sveglia all’improvviso. E’ sdraiato su una spiaggia. Si volta, alle sue spalle c’è una ragazza, capelli chiari, raccolti. Lui è Alessio Lapice, lei si chiama Caterina Rossi. Sono i protagonisti del videoclip della canzone “Contatto“, il singolo dei Negramaro uscito il 13 novembre 2020. Il filmato ci mostra un uomo e una donna intenti a cercarsi in una storia d’amore fuori dal tempo e dallo spazio, determinati a stabilire un contatto.
Caterina ha 25 anni e abita a Sesto Fiorentino, dove ha iniziato a studiare recitazione presso Laboratorio9. Nella nostra città si è esibita nel gennaio 2015 in “Romeo and Juliet” e in “Il teatro degli assurdi-Ultimi giorni dell’umanità” nel giugno 2016, entrambe le volte al Teatro della Limonaia. Nel 2019 ha vinto il Premio Anna Marchesini, Premio Nazionale delle Arti alla miglior drammaturgia e messa in scena comica con “Ciack si Gira la vita è una tortura” e il Premio SIAE alla miglior drammaturgia con “Per amore o per forza, studio dal Pinocchio di Collodi“.
Un curriculum niente male (ci siamo limitati al riassunto) se si considera la sua giovane età. Abbiamo avuto il piacere d’intervistarla in esclusiva.
Chi è Caterina Rossi? Descriviti brevemente.
“Sono sestese, di sopra i’treno, sono molto legata alla mia città. A Sesto, tra il 2009 e il 2010, è nata la passione per il teatro perché ho frequentato Laboratorio 9 al Teatro della Limonaia dove mi sono diplomata. Sono stati anni importanti. Dopo aver conseguito il diploma sono andata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’ di Roma. Prima di trasferirmi nella Capitale ho lavorato come maschera al Teatro dell’Opera nello stesso periodo in cui frequentavo l’università a Pisa, facevo la pendolare.
A Roma il percorso è stato lungo e impegnativo perché l’Accademia è una scuola dura. Per tre anni mi sono dedicata completamente alla recitazione. E’ stato, allo stesso tempo, un sogno, perché tutti i giorni ho fatto il lavoro che amo, e un impegno sfiancante”.
Quali sono stati i tuoi maestri a Roma?
“Il professore storico dell’Accademia è Lorenzo Salveti che ha insegnato a tantissimi artisti. L’incontro con lui è stato molto importante. Inoltre cito Valentino Villa, regista anche all’Opera di Firenze. Le persone più note sono quelle che provengono dal mondo del cinema. Abbiamo lavorato con Francesco Montanari, Laura Morante e Giuseppe Piccioni”.
Ti vedi più attrice da teatro, da cinema o entrambi?
“Sono una banderuola (ride, ndr). Mi trovo bene sia nel mondo del teatro che in quello del cinema, anche se – ovviamente – sono molto diversi. Il fascino del cinema è legato alla macchina da presa. Lavori molto con gli altri, non sei mai da sola. Nel teatro è impagabile tutto ciò che ha a che fare con la scena è un’emozione. Le principali differenze? L’arte del teatro muore nello stesso momento in cui si crea, è irriproducibile. E’ un dolore il fatto che non possa essere vissuto sempre. La fine di ogni spettacolo porta con sé una piccola morte. L’arte del cinema, invece, è duratura. Lavori affinché un determinato sia perfetto”.
Hai un modello a cui ti ispiri?
“In un tema delle elementari scrissi che sarei voluta diventare come Maria Cassi del Teatro del Sale di Firenze. Quando ero piccola stravedevo per lei. E’ un modello importante per me, non solo come attrice, ma anche come donna. Inoltre sono innamorata di Monica Vitti e Anna Magnani. La mia attrice preferita di oggi è Cate Blanchett perché rimane sempre perfetta pur avendo un’incredibile capacità di cambiare forma”.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
“Molto probabilmente in estate sarò al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino insieme ad altri ex allievi che si sono incontrati dopo anni di studio in altre Accademie. Rappresenteremo ‘Salomè’ di Oscar Wilde. E’ un progetto autoriale e collettivo, senza regista. Al giorno d’oggi è importante creare ambienti non gerarchici per sperimentare una società utopica. Almeno nel teatro si può. Inoltre sarò impegnata, quasi certamente a Roma, con ‘Pinocchio’.
2020 all’insegna dell’emergenza sanitaria. Voi artisti come avete vissuto la pandemia?
“Iniziamo a dire che chi esercita questa professione aveva già qualche problema. Basta pensare alla difficoltà di trovare lavori continuativi. Tutti quelli che svolgono un mestiere d’arte devono esser in grado di adattarsi alle circostanze. Per quanto mi riguarda diciamo che fatico a proiettarmi nel futuro e a programmare le mosse. Organizzo poco quello che farò, mi concentro su quello che posso fare ora. Il Covid, comunque, non ha fatto crollare le mie certezze, ma è vero che la situazione è cambiata e che ci sono molti più paletti per chi fa l’attore: il contatto è vietato, è difficile provare, il pubblico non c’è. Addirittura mi sono dovuta diplomare in streaming. Anche nelle cose brutte, però, bisogna trovare il positivo e io penso che sia stato bene che le persone abbiano potuto trovare il tempo per fermare le loro frenesie per farsi delle domande e per darsi delle risposte. Per me proveniente da Sesto, dopo anni frenetici in una metropoli come Roma, avere il tempo per studiare e lavorare è stato bello. Se tutta questa morte porterà alla rinascita, ci faremo trovare in prima linea”.
Sei la protagonista del videoclip della canzone “Contatto” dei Negramaro. Com’è stato lavorare con loro? Hai qualche aneddoto simpatico da raccontarci?
“I Negramaro mi avevano visto in un video presente sul sito della mia agenzia. Attraverso la mia agente, Eleonora, abbiamo programmato queste riprese che sono durate tre giorni. Io e Alessio (l’altro protagonista del filmato, ndr) abbiano avuto modo di conoscerci prima così da non arrivare sul set da estranei. Era un momento in cui potevamo vederci ancora per un aperitivo. Ci eravamo dati appuntamento al Ponte Milvio, ma sono arrivata in ritardo perché avevo soccorso un ubriaco. Un bell’inizio (ride, ndr).
Lavorare con lui, bravo ed esperto, è stato molto bello. Ci siamo divertiti. Il primo giorno abbiamo girato la parte esterna del video, quella nelle cave di zolfo di Manziana. E’ un posto bellissimo, ma pieno di tafani. Poi ci siamo spostati a Cinecittà per la realizzazione degli effetti speciali ai quali lavorava un equipe di ragazzi giovani, bravi e simpatici. Appena terminate le riprese i Negramaro sono venuti a trovarci a Cinecittà. Mi hanno colpito per la loro pulizia morale. Una dote non scontata in questo mondo. Abbiamo rivisto il video insieme, è stato un bel momento.
Una sera ci siamo ritrovati nel loro studio, è stato bello vedere Giuliano (Sangiorgi, ndr), subito dopo cena, prendere la chitarra e cantare con la sua voce meravigliosa. E’ stato un gesto generoso da parte sua“.
A proposito di “Contatto“: nell’intervista al Corriere della Sera di giovedì 31 dicembre, l’allenatore del Milan, Stefano Pioli, ha citato proprio la canzone dei Negramaro: “Riassume in maniera perfetta questo momento della mia vita. Sono felice. Come non lo sono stato mai, professionalmente parlando. La risento ogni mattina alle 8. So di essere fortunato. E farò di tutto per continuare a meritarmi questa fortuna“, ha detto il tecnico rossonero.
Lavorerai ancora con i Negramaro?
“Io spero di sì, ma non dico niente“.
Avevi girato altri videoclip?
“Sì, due. Il primo con The Factory, un gruppo stupendo di Sesto; il secondo con gli handLogic, una band fiorentina“.
Che consiglio daresti a chi vuol iniziare la carriera di attore?
“Innanzi tutto gli consiglierei di non entrare in Accademia troppo giovane. E’ importante completare il percorso di studio e formarsi come persona. Poi, una volta in Accademia è necessario continuare a crescere parallelamente alla professione. E’ un mondo duro, fatto anche di fallimenti, per questo è necessaria una mente in grado di gestirli, superarli e magari farne tesoro”.
Cosa chiedi al 2021?
“Spero che le persone possano vivere meglio, che venga sconfitta la paura e si possa ricominciare senza tornare come eravamo prima, ma migliori“.
Ringraziamo Caterina per la cortesia e la disponibilità. Ti aspettiamo a Sesto Fiorentino.
STEFANO NICCOLI