4 gennaio 1532 – Pubblicazione de “Il Principe” di Machiavelli

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Firenze 365

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

4 gennaio 1532 – Pubblicazione de Il Principe di Machiavelli

In seguito alla restaurazione medicea del 1512 alcuni sostenitori della repubblica e ammiratori di Savonarola furono accusati di congiura nei confronti di Giuliano, Lorenzo e Giulio de’ Medici. Tranne Pietropaolo Boscoli e Agostino Capponi, che furono condannati a morte, tutti i presunti cospiratori furono assolti. Tra questi Niccolò Machiavelli che, tuttavia, dovette subire l’onta della prigione e l’esilio dalla politica. L’ex Cancelliere della Repubblica si ritirò nel suo podere dell’albergaccio a Sant’Andrea a Percussina, dove iniziò a scrivere il suo libro più famoso, il De Principatibus, un trattato politico in cui si descrivono le qualità che avrebbe dovuto possedere un principe per assumere il potere e mantenerlo. L’idea, neanche tanto nascosta, era di dedicarlo a Giuliano de’ Medici e poi, dopo la sua morte, a Lorenzo de’Medici nella speranza di riconquistare i favori dei Signori di Firenze e ottenere un incarico a corte:

che questi signori Medici mi cominciassero a adoperare…
che io sono stato a studio dell’arte dello stato   (Niccolò Machiavelli)

Machiavelli in realtà non pensava che il nipote del Magnifico possedesse le qualità necessarie a un vero monarca, ma cercò di conciliare gli interessi personali con quelli dell’Italia che era nelle mire espansionistiche di Francia e Spagna. Con il suo trattato Machiavelli intendeva incitare il migliore fra i principi italiani a prendere le redini del paese. Pur avendo come modello la Repubblica Romana, in quel momento per Machiavelli la monarchia rappresentava l’unica speranza di salvezza per l’Italia. Non raggiunse nessuno dei suoi obiettivi. Lorenzo de’ Medici, dimostrando, una volta di più, la sua mediocrità, gradì molto di più il regalo di un paio di cani da parte di un signorotto locale che il suo manoscritto. Dal canto loro gli Stati italiani continuarono a farsi la guerra spianando la strada all’invasione straniera. Il Principe fu pubblicato solo nel 1532 quando ormai erano morti sia Machiavelli che Lorenzo de’ Medici e l’Italia era quasi completamente sotto il giogo dello straniero. Per i contenuti del suo trattato, Machiavelli è spesso considerato il cinico ideologo della separazione dell’etica dalla politica, ma non si deve dimenticare che per Machiavelli il principe non rappresentava affatto il padrone di un regno ma solo un suo servitore e che la frase sul fine e i mezzi non è esattamente come spesso viene riportata:

e nelle azioni di tutti li uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio da reclamare, si guarda al fine. Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno lodati   (Niccolò Machiavelli)

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