28 gennaio 1475 – La giostra di Giuliano

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Venere Botticelli
Pixabay

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

 

28 gennaio 1475 – La giostra di Giuliano

Per festeggiare l’alleanza con Milano e Venezia la Signoria fiorentina, nel 1475, organizzò una giostra che fu ricordata dalle cronache per il fasto e per il lusso ostentati dal giostrante principale, Giuliano de’Medici, fratello minore del Magnifico. Così, come nel 1469 Lorenzo aveva dedicato la sua giostra all’amata Lucrezia Donati, Giuliano, che ovviamente si aggiudicò la giostra, la dedicò a Simonetta Cattaneo, forse la donna più bella del suo tempo.

 

Il torneo fu disputato in Piazza Santa Croce il 28 gennaio 1975, esattamente il giorno prima del ventiduesimo compleanno di Simonetta. Il premio per il vincitore fu un ritratto della bella di Firenze sotto il quale era riportata la scritta “La sans pareille” (La senza paragoni). Simonetta era sposata con Marco Vespucci, cugino del più famoso Amerigo, ma un Medici, evidentemente, poteva permettersi di corteggiare una donna sposata anche in maniera così sfrontata.

 

Simonetta, in quegli anni, posò come modella per molti artisti, ma fu soprattutto la Musa ispiratrice di Sandro Botticelli. Ne Le Stanze della giostra, Agnolo Poliziano la rappresentò come l’ideale neoplatonico di bellezza. Molti artisti, colpiti dalla bellezza e dalla gentilezza del viso di Simonetta, continuarono a dipingerla anche dopo la sua morte. E’ il caso dello stesso Botticelli con la Nascita di Venere.

 

Il 26 aprile 1476, a distanza di poco più di un anno dalla memorabile Giostra, Simonetta morì. Probabilmente di tisi. Tutta la città partecipò al funerale e sfilò davanti alla bara che fu a lungo lasciata aperta perché tutti potessero ammirare la bellezza senza paragoni di Simonetta. Fu sepolta nella Cappella Vespucci all’interno della Chiesa d’Ognissanti. Sul pavimento della stessa Chiesa fu allestita, qualche anno dopo, la tomba di Sandro Botticelli che pare avesse espresso il desiderio di essere sepolto ai suoi piedi.

 

Lorenzo il Magnifico commissionò a Piero di Cosimo un ritratto della giovane che fu rappresentata a seno nudo con un serpente sul collo a rappresentare, forse, la gravità della malattia. Per rendere ulteriore onore alla bella di Firenze Lorenzo stesso scrisse un sonetto in cui la immaginava assurta in cielo e trasformata nella più luminosa delle stelle del firmamento:

O chiara stella che co’ raggi tuoi
togli alle tue vicine stelle il lume
perché splendi assai più del tuo costume?
Perché con Febo ancor conteder vuoi?
Forse i belli occhi, quali ha tolti a noi
Morte crudel, che ormai troppo presume,
accolti hai in te: adorna del lor lume,
il suo bel carro a Febo chieder puoi   (Lorenzo Il Magnifico)

 

Daniele Niccoli

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