Via libera della Giunta comunale alla variante al RUC per l’area Ginori: con la delibera adottata nell’ultima seduta del 2018, l’Amministrazione comunale ha preso atto dell’istanza presentata da Unicoop e ha dato mandato agli uffici di istruire gli atti necessari per la redazione della variante, che dovrà essere adottata e approvata dal Consiglio comunale.
La modifica agli strumenti urbanistici rientra nelle previsioni contenute nel protocollo di intesa sottoscritto il 15 dicembre 2017 da MISE, Comune di Sesto Fiorentino, Regione Toscana, Richard Ginori srl e Richard Ginori Real Estate, col quale Richard Ginori è diventata proprietaria dello stabilimento produttivo, mentre Unicoop si è impegnata ad acquisire dai liquidatori di Richard Ginori Real Estate la parte residua dei terreni, il cui acquisto è stato formalizzato il 1 agosto 2018. Il 12 dicembre 2018, Unicoop ha quindi presentato istanza affinché il Comune di Sesto Fiorentino avviasse i procedimenti amministrativi necessari per variare il RUC approvato nel 2014, dove ogni previsione urbanistica contenuta nel Piano strutturale del 2004 era stata “congelata” per non mettere a rischio la permanenza della Manifattura.
Con la variante al RUC potranno essere edificati soltanto 10mila metri quadrati dei 29mila previsti dal vigente Piano strutturale, con destinazione prevalentemente commerciale e la realizzazione di nuovi parcheggi e opere pubbliche utili al recupero dell’area.
“Il protocollo del 2017 ha permesso di mantenere i posti di lavoro salvaguardando lo stabilimento e il museo, spianando la strada al rilancio del primo e alla riapertura e valorizzazione del secondo, acquisito dal Mibac e da diversi mesi oggetto di un intervento di recupero strutturale – afferma l’assessore all’Urbanistica Damiano Sforzi – Con questa variante mettiamo definitivamente la parola fine ad una vicenda dolorosa, pagata a caro prezzo dai lavoratori e da tutta la nostra città. Le ipotesi di sviluppo del 2004 vengono riprese e confermate soltanto in parte, con una serie di interventi che permetteranno di recuperare l’area senza stravolgerla, trasformandola in un nuovo pezzo di città. È la risposta finale a chi, per troppi anni e senza alcuno scrupolo, ha scommesso di poter prima o poi sostituire la Ginori con qualche tentativo di speculazione edilizia. Si costruirà molto meno di quanto era stato previsto, si costruirà bene, per dare al quartiere e a tutta la città una nuova viabilità, nuovi servizi e una cornice degna per quella grande realtà culturale che è il Museo di Doccia”.