«Se sbagliando non si impara: ma la vicenda Forteto, allora, alle istituzioni non ha proprio insegnato nulla?» L’amara domanda se la rivolge Forza Italia, con i Capigruppo in Consiglio regionale Maurizio Marchetti e al Comune di Campi Bisenzio Paolo Gandola pronti a portare sui rispettivi tavoli di governo, toscano e campigiano, interrogazioni sull’assistente sociale con contratto a termine presso la Società della Salute Firenze Nord Ovest e arrestato nei giorni scorsi nell’ambito di un’operazione di contrasto alla pedopornografia. «L’uomo in passato aveva già patteggiato due anni per reati affini. Malgrado questo, era stato reclutato e inserito tra gli operatori in diretto contatto con minori e famiglie. Ancora una volta – commentano Marchetti e Gandola –bambini e ragazzi sono stati esposti a pericolo concreto per via istituzionale. Proprio come accaduto per trent’anni con gli affidi all’interno della comunità Il Forteto secondo quanto acclarato anche attraverso il lavoro in Consiglio regionale dell’oggi onorevole Stefano Mugnai».
Si ripropone la domanda: «Come è stato possibile?» Questo il gigantesco punto interrogativo alla base degli atti di Forza Italia. Marchetti chiarisce fin dalla premessa della sua interrogazione quali siano secondo lui i termini della questione richiamando «gli esiti delle due Commissioni regionali d’inchiesta a partire dalla vicenda Il Forteto, con minori esposti per via istituzionale a violenze e abusi su cui è impegnata al momento l’autorità giudiziaria, espressasi sinora con condanne fino a un terzo grado di giudizio ancora non compiuto» e le proposte avanzate in quella sede «per una normativa più stringente rispetto ai controlli e alle verifiche sui soggetti che per via istituzionale entrano in contatto con minori e altre categorie sociali deboli».
Poi, i fatti: «Si apprende dalla stampa – scrive Marchetti – dell’arresto di un assistente sociale temporaneamente assunto, tramite agenzia di lavoro interinale, nella Società della Salute Firenze Nord Ovest (di cui la Asl Toscana Centro è socia al 33 per cento) in sostituzione di un dipendente comunale. L’uomo è stato posto in arresto con l’accusa di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico nell’ambito di un’operazione coordinata dalla procura di Torino che ha portato a misure di custodia cautelare nei confronti di sei persone in tutta Italia, tra cui il 44enne toscano. Nel 2014 l’uomo aveva già patteggiato due anni di reclusione per divulgazione illegale di materiale pornografico. Nella SdS al soggetto in questione era stato affidato il compito prevalente di occuparsi di minori e famiglie».
Secondo Marchetti una cosa è certa: «E’ di tutta evidenza come la filiera dei controlli abbia subito un inciampo che ha messo a repentaglio il benessere dei minori esposti al rapporto istituzionale con l’arrestato». Di conseguenza i quesiti, a cui la giunta toscana dovrà rispondere in forma scritta per chiarire «se sia stata attivata un’inchiesta interna tesa a capire come sia stato possibile che una persona con precedenti specifici abbia ricevuto incarico di occuparsi di minori nell’ambito della Società della Salute Nord Ovest», «se a seguito degli esiti delle due Commissioni regionali d’inchiesta che hanno esaminato la vicenda Il Forteto la Regione abbia attuato la stretta normativa sulla filiera di controlli e competenze suggerita dai Commissari». «In caso ciò non sia ancora stato fatto – domanda ancora Marchetti – si chiede di conoscerne i motivi» e in caso contrario «cosa ancora non abbia funzionato e perché nel caso di specie».
Analoga interrogazione sarà presentata anche a Campi Bisenzio dal capogruppo Gandola che aggiunge: «La notizia ha profondamente scosso tutta la città, soprattutto tutti coloro che hanno avuto a che fare con l’assistente sociale. Adesso mi auguro che si eviti l’odioso rimpallo di responsabilità. L’arresto – conclude – ha messo in luce una falla nel sistema dei controlli su cui non è possibile chiudere gli occhi».