“The end” cantavano i Doors di Jim Morrison. Cala il sipario sulla Roberto Cavalli di Sesto Fiorentino. Dopo più di mezzo secolo di presenza sul territorio sestese, cinquantuno per la precisione, la sede all’Osmannoro ha chiuso definitivamente i cancelli nella giornata di mercoledì 31 marzo 2021.
E proprio questa mattina, dalle 10.30, i pochi lavoratori rimasti a Sesto hanno indetto un incontro stampa davanti alla fabbrica, in via Edison 3. I dipendenti hanno ripercorso le tappe che hanno portato alla chiusura e hanno lanciato un appello alle istituzioni affinché non si ripetano situazioni simili.
Nel giugno 2020 i vertici della Roberto Cavalli spa decisero di spostare a Milano, a partire dal settembre dello stesso anno, il centro direzionale fino ad oggi ospitato all’Osmannoro. I lavoratori hanno continuato a lottare: su un totale di centosettanta, oltre cento (la notizia è del 22 giugno 2020) hanno “preferito” il licenziamento (con corresponsione da 8 a 11 mensilità a seconda dell’anzianità di servizio) al trasferimento nel capoluogo lombardo.
“A Sesto sono rimaste una ventina di persone. Sono gli ultimi lavoratori che hanno dovuto traghettare l’azienda a Milano – dice Mirko Zacchei della Cisl -. Oggi è un giorno triste. La Roberto Cavalli non è più a Firenze e tante persone non hanno più un lavoro. Il distretto dell’Osmannoro si sta impoverendo”.
Presente al presidio anche il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi: “Oggi è una giornata di grande amarezza e di grande rabbia. A causa di decisioni scellerate chiude una grande esperienza come quella della Roberto Cavalli che ha fatto della presenza a Sesto, a Firenze e in Toscana uno dei suoi elementi base. Abbiamo sempre detto che si trattava di licenziamenti camuffati“.
Durante il presidio abbiamo intervistato anche una lavoratrice della Roberto Cavalli: “Non mi sono trasferita a Milano perché la mia situazione familiare non lo permetteva. Da domani sarò a casa, sono anche separata, sono sola a portare lo stipendio. Sarà molto complicato“.
STEFANO NICCOLI