Campi: premio Levriero a Ugo Brilli, unico sopravvissuto italiano in un campo nazista

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Ugo Brilli, l’unico sopravvissuto italiano in un campo di lavoro della Germania nazista, sarà insignito del “Premio Levriero – Città di Campi Bisenzio”. L’onorificenza sarà consegnata durante il Consiglio comunale di martedì 29 gennaio. Una straordinaria occasione per commemorare l’anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti.

A presentare la richiesta di conferimento del premio sono stati Paolo Gandola, capogruppo di Forza Italia a Campi, e Serena Quercioli, capogruppo di Liberi di Cambiare. La proposta è stata subito accolta con entusiasmo da tutti i gruppi consiliari.

Ugo Brilli, in procinto di festeggiare novantasette anni, è residente a Campi Bisenzio da oltre sessanta anni ed è l’unico sopravvissuto di un campo di concentramento e lavoro nazista situato a Berlino in cui furono internati circa 700 soldati italiani, resi prigionieri dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Proprio questo dettaglio dà maggiore valore alla sua storia essendo l’unico testimone ancora in grado di raccontare i vari dettagli di quella abominevole vicenda, gli orrori vissuti nei due anni di detenzione e l’incredulità con la quale, per puro caso, si salvò da un bombardamento.

Pienamente soddisfatto – si dichiara Paolo Gandola, primo firmatariodella richiesta sottoscritta anche dalla collega Quercioli – Ugo Brilli è una persona straordinaria che è sopravvissuta ad una delle peggiori atrocità che il genere umano abbia perpetrato contro i propri simili, è un grande protagonista che meritava di essere adeguatamente insignito anche dal Comune di Campi dopo i tanti riconoscimenti che già gli sono stati attestati. Visitare i campi di concentramento o incontrare testimoni come Ugo Brilli che hanno visto l’apice della cattiveria umana è necessario per assumere la consapevolezza dell’atrocità dell’olocausto e della guerra totale promossa dal nazismo. Proprio qualche giorno fa ho avuto l’occasione di incontrare Ugo e i suoi racconti mi hanno  lasciato un segno indelebile nell’anima, come sono certo abbiano segnato ogni ragazzo o giovane studente che Ugo nei tanti anni di testimonianza ha incontrato“.

Non c’è ora del giorno o della notte in cui la mia mente non vada a ripensare alla vita nei campi, a quello che i miei occhi sono stati costretti a vedere – ha detto Brillicosì come non avrò pace sino a quando i miei 53 compagni, uccisi all’interno di un rifugio a seguito di un bombardamento, non saranno adeguatamente ricordati con una speciale targa commemorativa presso il museo dei campi di concentramento, nato in questi anni a Berlino proprio laddove in tempo di guerra erano imprigionati centinaia di soldati prigionieri del Reich. Da quel bombardamento io mi salvai solo per miracolo, per un semplice caso, per un inezia. In quel bunker dovevo esserci anche io ed invece riparai in un rifugio antiaereo a poca distanza, quanto bastò per non lasciarci la vita”.

Sono trascorsi ormai più di settant’anni dalla fine del secondo conflitto mondiale e ricordare le vittime dell’olocausto e dell’atrocità della guerra resta ancora un’esigenza di fondamentale importanza, soprattutto in questi anni in cui il revisionismo sembra riapparire con troppa frequenza – continua Gandola – Trasmettere alle future generazioni in tutta la sua mostruosità il ricordo di quanto accaduto è infatti l’unico modo per preservare la memoria delle vittime ed evitare che l’inarrestabile trascorrere del tempo cancelli o attenui nella mente umana l’atrocità degli eventi passati. Il premio Levriero ad Ugo Brilli voglia essere un riconoscimento al suo impegno civico e civile per la memoria“.

 

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