A Sesto Fiorentino un caso tira l’altro. Dopo quello relativo all’abbattimento dei tigli in viale XX Settembre e quello riguardante l’intervento sugli alberi in piazza IV Novembre, a far discutere adesso è la chiusura del Sesto Pub in occasione della Festa della Liberazione, domenica primo settembre.
Giovedì 29 agosto il Sesto Pub ha pubblicato su Facebook un duro post nei confronti dell’amministrazione comunale che riportiamo qui sotto:
Due pesi e una sola misura per il Sesto Pub in quest'estate 2019: dopo 33 anni di lavoro, sacrificio, fatica e impegno,…
Publiée par Sesto Pub sur Jeudi 29 août 2019
Non si è fatta attendere la risposta del sindaco Lorenzo Falchi. Il primo cittadino ha affidato a Facebook la lunga replica al Sesto Pub. A voi i commenti.
“Approfitto di un tag in uno dei commenti al post (unica richiesta di informazioni che mi sia arrivata da ieri, sia qui che per mail) per dare un po’ di informazioni sulla vicenda, parecchio differente da come rappresentata dal Sesto Pub.
Premetto che avrei evitato volentieri di farlo non perché ci sia qualcosa da nascondere (ci mancherebbe) ma perché accuse frettolose e non circostanziate non credo facciano bene non solo al centro di sesto e a chi si impegna per migliorarlo, ma soprattutto al Sesto Pub stesso.
Premessa obbligatoria: da 2 anni a questa parte è cambiata tutta la normativa nazionale sulla sicurezza degli eventi pubblici, introducendo molte più restrizioni.
Dai fatti di Torino infatti, le norme di sicurezza per la realizzazione di eventi che comprendano un gran numero di persone sono divenute molto più stringenti: per un’amministrazione comunale come la nostra, ad esempio, è diventato molto più faticoso (sia in termini di risorse economiche che di impegno degli uffici) realizzare manifestazioni: solo per fare un esempio per il 1 settembre dovremo, come l’anno scorso, transennare tutta la piazza e prevedere presenza di personale ai varchi, e tutta un’altra serie di prescrizioni OBBLIGATORIE per l’amministrazione. Ma di questo ai cittadini potrebbe importare poco, e forse anche giustamente.
Se non fosse che queste norme incidono anche sulle strutture private, come dehor e gazebo, ad esempio.
TUTTE le misure necessarie sono prescritte dal piano della sicurezza, che viene valutato e autorizzato dalla commissione per il pubblico spettacolo della Prefettura.
Se, ad esempio, all’interno dell’area sono presenti strutture mobili (come gazebo, tavoli, sedie…) che non hanno certificazione e omologazione contro il rischio di incendio (materiale non ignifugo) la commissione può imporre che sia smontato e non presente durante l’evento. Per eventi di questo tipo, infatti, è possibile che strutture che possono essere utilizzate normalmente non siano idonee ad una situazione straordinaria come il 1 settembre.
Questa la situazione.
La stessa che riguardava il chioschino 2 anni fa (anche se riuscimmo, transennandolo, a non farlo spostare) così come l’anno scorso. Il problema era sempre lo stesso: la struttura non rispettava le normative sulla sicurezza per un grande evento.
Molte di queste norme a chi, come me, non è un tecnico sembrano spesso eccessive ma non si può fare diversamente e di sicuro nessuno si diverte o trae vantaggio ad imporle. Quale potrebbe essere il nostro fine nel desiderare lo smontaggio? Per noi ogni attività che permette alle persone di frequentare la città è ovviamente ben voluta.
Fortunatamente la commissione di vigilanza, riunitasi stamattina per gli ultimi particolari, ha accolto le richieste dell’amministrazione (sempre avanzate, nonostante quello che il Sesto Pub dice e lascia intendere) richiedendo non il completo smontaggio ma solo l’eliminazione di alcuni arredi più critici, permettendo al dehor di rimanere per il concerto della liberazione se lo desidererà.
Anche l’affermazione che sostiene che il Sesto Pub sia stata escluso a prescindere dalla Piazza è falsa oltre che, permettetemi, diffamatoria.
Viste le tante richieste di animare maggiormente il centro durante le serate estive il Comune ha promosso a marzo un bando per assegnare l’uso della Piazza nei mesi di giugno e luglio. Un bando aperto a tutti ma che prevedeva un punteggio maggiore e quindi favoriva i progetti proposti dalle attività commerciali già presenti sulla Piazza.
Le condizioni per rendere economicamente sostenibile questo progetto erano un lungo periodo e l’uso esclusivo del centro della Piazza per dare al gestore il necessario ritorno coinvolgendo attività commerciali.
Non so perché il Sesto Pub abbia deciso di non partecipare al bando ma non si può certo definire questa una estromissione.
La scelta di ricorrere al bando è una decisione che può non piacere ma che rivendico come strumento di massima trasparenza per organizzare eventi che dessero risposta alla richiesta continua della città (cittadini, categorie economiche, commercianti, associazioni). Il fatto che a qualcuno piacesse più l’estate prima di questo intervento, preferendo la classica soluzione (per me molto meno positiva per il centro e per le sue attività) è comprensibile ma non mi trova ovviamente d’accordo.
Del resto quest’anno, per la prima volta dopo molti anni, in centro abbiamo avuto musica ed eventi quasi tutti i giorni per 2 interi mesi attraverso questo sistema.
Bello o meno, interessante o meno, questo spetta ad ognuno valutarlo. Io credo che si possa e si debba migliorare ma vedere finalmente tante persone ogni sera rendere più vivace Sesto credo sia un obiettivo che accomuni (quasi) tutta la nostra comunità.
Cambiare spesso scontenta qualcuno ma per me rimane comunque la cosa giusta da fare se i risultati sono positivi come credo.
Spero di aver fornito qualche elemento in più per le valutazioni di ciascuno con questa risposta: un po’ lunga e complessa, come sempre lo è la realtà dei fatti”.