Continua la “missione” di Marco Banchelli in Nepal: presentato l’ambasciatore della Toscana

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Marco Banchelli

Kathmandu (Nepal) – La giornata che ho vissuto ieri (venerdì 27 dicembre, ndr) credo sia da considerarsi la prima “presentazione” in Nepal del titolo che Eugenio Giani, Presidente del consiglio Regionale, ha tenuto a conferirmi con tanto entusiasmo: “Ambasciatore della Toscana”.

 

L’occasione è stata data da una cerimonia di matrimonio, per l’appunto tra un giovane ingegnere italiano ed una ragazza nepalese, figlia di Pratima Rana Pandè, Console Onorario d’Italia, cui ero stato invitato a partecipare. Nella prestigiosa hall al settimo piano del Chhaya Center di Kathmandu sono intervenuti a questo autentico evento alcuni dei più importanti esponenti del mondo politico, diplomatico, culturale ed imprenditoriale del Nepal: rappresentanti dell’attuale governo repubblicano, ambasciatori e consoli, artisti, manager, direttori e presidenti di strutture  sanitarie, turistiche e dello  sviluppo economico in genere.

 

Difficile immaginare di poter vivere una simile esperienza solamente pochi anni fa. Una considerazione che ho potuto condividere anche con tanti dei presenti. Il Nepal non sta più cambiando: il Nepal è cambiato. E i tempi che si stanno vivendo sono solo “tappe” conseguenti al cambiamento.

 

Presentare la Toscana in un simile contesto ha fatto sconfinare il piacere in vero e proprio “onore”. Anche accennare ai nostri panorami, ai prodotti della nostra terra, alla nostra storia ha suscitato in me emozioni veramente inimmaginabili. Come al solo pronunciare i nomi di Leonardo da Vinci, Michelangelo, Dante Alighieri, il grande Magnifico Lorenzo e la sua famiglia, che rese Firenze autentica culla e capitale di arte e di bellezza, è stato un po’ come sentirli al mio fianco: io stesso primo ammiratore della loro grandezza.

 

Ma al di là delle mie sensazioni, soprattutto per tanti eventuali futuri sviluppi, credo proprio di aver posto le migliori basi che mi erano possibili sulla linea Toscana-Nepal. Ed in entrambe le direzioni!

 

Di questa prima parte della mia “missione”, nell’intenso lavoro che mai come in questa tappa sto svolgendo, la presentazione di ieri è stata sicuramente il momento più importante. Anche se non posso negare che il “particolare” che più alimenta la mia azione è la concreta possibilità di poter proporre, attivare e sviluppare anche una forma di “solidarietà interna”. Una sensibilizzazione  che porti proprio questi vari mondi del Nepal a sostenere le tante situazioni di “disagio” che, oltre le luci del Chhaya Center e di tante altre simili strutture, sono tuttora presenti in queste terre da me tanto amate.

 

MARCO BANCHELLI

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