Corsi (Insieme): “Ecco perché sostengo Maurizio Quercioli”

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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa con le parole di Beatrice Corsi della coalizione Insieme. L’ex capogruppo di Sel in Consiglio Comunale spiega perché ha deciso di sostenere la candidatura di Maurizio Quercioli.

“Sostengo Maurizio Quercioli perché ho deciso di restare. Resto in Sesto Bene Comune perché è l’unico progetto di governo davvero alternativo al PD, perché è l’unica opportunità che abbiamo per rimodellare una città che sia a misura di tutti e non la città che subisce le decisioni prese altrove. Credo che questo sia un desiderio largo, di tutta la città. Credo che questo“sentire comune” non sia restringibile a formule di partito, frammentarie e lontanissime dai problemi concreti che le persone vivono nel quotidiano. Occorre un’operazione ampia che volga lo sguardo ben oltre le trincee di partito e i gruppuscoli di potere che smaniano per conquistarlo e mantenerlo o rosicano perché questo potere lo hanno perduto e lo vogliono recuperare. Sinistra Ecologia e Libertà, nel progetto di Sesto Bene Comune, queste logiche, due anni fa, le aveva superate mettendo al centro un profilo libero che desse voce ad energie nuove e a pezzi attivi della società civile. Ed è questo aspetto che ha catalizzato intorno alla figura di Maurizio tanti giovani e meno giovani che si sono messi in gioco perché la grande sfida è saper mettere insieme quei desideri, quei bisogni e quindi quella forza, con umiltà e spirito di servizio, lontani mille miglia dai laboratori della politica politicante. La sfida vera, persa e ripersa dalla sinistra, è far emergere la vita rispetto a quella logica patetica di relazione pattizia che non ha niente a che vedere con il popolo ma ha tanto a che fare invece con una sorta di supponente pretesa di auto rappresentazione (e autoconservazione) di gruppi dirigenti o ex gruppi dirigenti. Non si può pensare di ripartire dal Palazzo perché quello è parte del problema. C’è bisogno di forze che nascano dalla società. Tentare ancora di giungere alla (finta) unità della sinistra significa in primo luogo non fare i conti con la sconfitta della sinistra stessa che non ha saputo dare risposte e che è stata percepita non utile dai suoi referenti sociali, un’inutilità in cui si è innestato nel tempo il diffuso senso di insicurezza e paura su cui le destre populiste hanno costruito quell’egemonia culturale che le ha portate al successo elettorale. Da ex capogruppo di SEL in consiglio comunale di Sesto Fiorentino, come moltissimi altri ex militanti di Sel, vivo in coerenza con me stessa e rinnovo il mio impegno politico nel progetto di Sesto Bene Comune. Non posso che guardare con flebile interesse ma per ora molto a distanza e, ahimè, con non poca diffidenza, la nascita del nuovo partito della sinistra, augurando all’ attuale Sel-Sinistra Italiana di raddrizzare il tiro e tentare di essere maggiormente inclusiva nei confronti delle forze sociali e civiche, le organizzazioni, e le persone in un confronto aperto per assorbire le nuove vitali esigenze per non morire di noia e dejà vu. Questo modus operandi, proposto ma per ora non attuato da Sel-SI, non ha niente a che vedere col trincerarsi dietro commenti offensivi sul web o, viceversa, cancellando e bannando dai social chi fino a un mese fa faceva le stesse battaglie ma ha deciso ora di non seguire la linea. E allora mi rivolgo a chi come me vede nel voto di giugno un’opportunità di radicale rinnovamento nel governo di Sesto: coraggiosamente, proviamo a non farci dettare la linea dalle alte stanze di palazzo. La linea di separazione tra i giochi di potere e la buona politica, questa volta, possiamo tracciarla noi”.

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