Dopo l‘incendio del capannone di Sesto Fiorentino ex Aiazzone e la morte di Ali, si è alzato il velo di ipocrisia che spesso copre la dura realtà a cui sono sottoposti i fratelli migranti che, scappando da fame e guerra, approdano in un’Italia sempre più razzista. Purtroppo anche nella “democratica” Toscana il millantato modello toscano non fa altro che regalare milioni di euro a cooperative che hanno l’unico scopo di guadagnare soldi sulla pelle dei fratelli migranti, praticando molto spesso un accoglienza indegna.
Nei giorni precedenti abbiamo visto scene di violenza nei confronti di coloro che ancora piangevano un fratello morto, cariche di polizia davanti alla prefettura contro persone che chiedevano solo di poter partecipare alla riunione che decideva sul loro destino. Le istituzioni ancora una volta si sono dimostrate sorde alle richieste dei migranti, portando avanti ancora una volta sempre nella logica dell’“emergenza” quel modello di accoglienza cara alle varie cooperative che operano in quello che possiamo definire una vera e proprio corsa all’oro per accaparrarsi i fondi pubblici destinati all’accoglienza.
Bene hanno fatto i fratelli somali che, ribadendo la volontà di essere capaci di poter decidere sulla propria vita, hanno rifiutato questo modello di accoglienza e hanno occupato un palazzo di proprietà dei gesuiti vuoto da più di 5 anni. Come comunità in resistenza/csa intifada aderiamo al corteo di sabato 28 che si terrà a Firenze in piazza San Marco dalle ore ore 16.
comunità in resistenza/csa Intifada