Durante la presentazione del libro “I sestesi non bevono a boccia…” di Franco Calamassi, Lorenzo Falchi ha fatto alcune riflessioni sui suoi primi cento giorni da sindaco sottolineando la volontà di rottura con l’amministrazione precedente anche per quanto riguarda il rapporto con le persone: “Abbiamo cambiato l’approccio con i cittadini aprendo le porte alle associazioni di categoria, ai sindacati, ai professionisti e a tutti coloro che avevano bisogno di far sentire la propria voce. In cento giorni solo io come sindaco ho tenuto ben 160 incontri. Gli assessori hanno fatto almeno altrettanto”.
Sollecitato dal giornalista de La Nazione, Lorenzo Falchi ha poi parlato del destino della Richard-Ginori in considerazione della trattativa, non conclusa, fra l’attuale proprietà e le banche che gestiscono il fallimento del 2013: “La chiarezza sulla destinazione d’uso dei terreni dove sorge la Richard-Ginori e la forza che questa città può mettere in campo a difesa della sua Manifattura sono le leve che possiamo usare affinché la trattativa possa concludersi con la decisione di Kering di investire nello stabilimento di Sesto.
Renzi? L’ultima volta l’ho visto quando ancora era sindaco di Firenze. Aveva appena deciso di privatizzare Ataf e io, come segretario di Sel, andai direttamente nel suo ufficio a comunicargli che saremmo usciti dalla maggioranza. Non la prese molto bene e mi pronosticò una breve vita politica”.
Infine Calamassi ha spiegato i motivi del titolo del libro: “Si tratta della frase con cui Andrea Barducci ha commentato i risultati elettorali di Sesto dopo il primo turno. Penso che con questa frase volesse sottolineare l’orgoglio dei sestesi che, sentendosi come accerchiati e poco considerati dai livelli più alti della politica, si sono ribellati, hanno rafforzato il loro senso di appartenenza al territorio, hanno riscoperto le loro radici e sono tornati ad occuparsi della cosa pubblica”.
STEFANO NICCOLI
Maurizio Toccafondi