Falchi: “La libertà il fiore più bello che abbiamo”

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Egizio Fiorelli, Lando Stefani, Raffaello Biancalani, Aristodemo Poli, Osvaldo Monselvi, Roberto Lumini, Emilio Sarti, Pietro Ferrantini, Pietro Buganelli, Silvano Mazzoni e Corrado Frigidi. Il sindaco Lorenzo Falchi li ha voluti scandire a uno a uno i nomi dei tredici partigiani che settantadue anni fa persero la vita in uno scontro a fuoco con le forze nazi-fasciste per regalare a tutti noi la libertà.

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“La libertà è un fiore piantato in quei giorni, ma non è un fiore facile da far crescere – ha sostenuto Falchi -, va coltivato ogni giorno perché è molto delicato, per questo non è consentito arretrare di un millimetro rispetto alle idee dei gruppi neo fascisti e xenofobi che nascono e si sviluppano in Italia e in Europa. E’ necessario far rispettare le leggi del nostro Paese che sono molto chiare nel senso del contrasto all’apologia del fascismo”.

 

 

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Applaudito anche l’intervento di Vania Bagni, vice presidente dell’Anpi della provincia di Firenze: “Ogni volta che raggiungiamo luoghi come questo portiamo con noi l’orgoglio di essere parte di quanto accaduto e consapevoli di quanto è stato fatto per il nostro presente ma portiamo dentro anche il timore di chi sente e teme che in questo Paese si stia perdendo il senso unitario del messaggio che la Resistenza nella guerra di liberazione seppe dare”.

Presenti alla cerimonia anche i partigiani Leandro Agresti (Marco) e Luciano Giovannini.

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“Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buonafede, più idealista,
c’erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l’Olocausto;
dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato,
c’era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta,
se non proprio giusta in senso assoluto, ché di queste non ce ne sono.” (Italo Calvino)

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