15 anni di carriera: I Limite 60 si raccontano a TuttoSesto

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Limite 60

Quindici anni di carriera, più di duecento concerti, cambi di formazione, gusti musicali che evolvono. I Limite 60 ci raccontano questo e altro in un’intervista esclusiva che precede il concerto del loro compleanno.

Quindici anni sono un traguardo importante. Qual è il vostro segreto?
Ad oggi, a parte le due bruttissime perdite che abbiamo avuto e che ci hanno fatto vacillare, consideriamo i 15 anni appena passati belli, entusiasmanti e pieni di musica creata da persone che si vogliono bene. Siamo tra noi legati da sincera amicizia. Un valore che anteponiamo a tutto. Così come gli interessi del gruppo vengono sempre prima di quelli personali. Tra noi non c’è mai stata una discussione“.

Limite 60. Un nome particolare. Perché è stato scelto
Il nome, Limite 60, fu scelto nel 2008 dal primo batterista, Paolo Corsini. La scelta del nome era legata al fatto che all’epoca il nostro repertorio era costituito soprattutto da musica degli anni ’60“.

I Nomadi sono sempre nel cuore o avete intenzione di ispirarvi ad altri autori?
Siamo sempre una Cover band ufficialmente riconosciuta dei Nomadi, ma abbiamo deciso di ampliare il nostro repertorio ad altri interpreti pur rimanendo nel campo della musica italiana. Nei nostri concerti eseguiamo pezzi Prog, Rock, Pop e non disdegniamo certo i cantautori“.

Come capita alle grandi band, anche voi avete avuto, per vari motivi, cambiamenti di formazione. Ci volete illustrare la composizione attuale del gruppo?
Nel corso degli anni, abbiamo avuto diversi cambiamenti di formazione, alcuni purtroppo forzati da tristi eventi.
Il primo a lasciare la Band fu Paolo Corsini (batterista), al suo posto entrò Pino Avella. Successivamente lasciarono la band Marco Benelli (chitarrista) e Averardo Settembrini (tastierista) che fu sostituito da Vincenzo Del Monaco. Purtroppo qualche anno dopo, Vincenzo ci ha lasciato a causa di una grave malattia e al suo posto è entrato Patrizio Nuti.
Nel 2019 Il Covid ci ha portato via Pino Avella (batterista), al suo posto è entrato Andrea Laschi. Del gruppo hanno fatto parte in passato anche Giulia Del Monaco (violino) ed Eleonora Corsini (voce).
Attualmente la band è così composta da:
Voce (Marco Marrani)
Basso (Valerio Ignesti)
Batteria (Andrea Lascki)
Chitarra  (Roberto Sagrati)
Chitarra (Alessio Buonavita)
Tastiere (Patrizio Nuti)“.

Ora che avete finito il rodaggio, quali sono i progetti per il futuro? E’ l’ora di un disco?
Il rodaggio non finisce mai, c’è sempre da migliorare, ma finalmente abbiamo deciso di usare la sala di incisione per registrare alcune cover di brani che abbiamo in repertorio“.

C’è un aneddoto particolare che illustra la vostra maniera di essere gruppo e che vi va di raccontare?
Nel corso di 15 anni abbiamo fatto tantissimi concerti e generalmente c’è sempre stato abbastanza pubblico ad ascoltarci…e di questo siamo contenti, ma ricordiamo anche una volta che fummo invitati a suonare a Empoli a una Fiera dei motori. C’erano molte bancarelle e street food. Avevano anche montato un palco in mezzo a un campo enorme e non vicinissimo alla festa. Quella sera non c’era neppure una persona ad ascoltare. Nessuno nel vero senso della parola, solo il fonico davanti a noi. L’abbiamo presa sul ridere senza frasi cruccio“.

La canzone che vi piace più interpretare?
Potrà sembrare stano, ma uno dei pezzi che, in questo periodo, più ci dà soddisfazione nell’interpretazione non è dei Nomadi ma è un vecchio Prog delle Orme intitolato “Uno sguardo verso il cielo”. La voce del gruppo, Marco Marrani, aggiunge anche “Il vecchio e il bambino” e “Impressioni di settembre”.

E quella che avreste voluto cantare e suonare ma che per ora è rimasta solo un sogno nel cassetto?
In realtà non abbiamo canzoni che avremmo sognato di fare e che non abbiamo fatto. Se un pezzo ci piace, lo studiamo e cerchiamo di portarlo a casa. Di solito ce la facciamo“.

Cosa consigliereste alle persone, più o meno giovani, che vogliono approcciare al mondo della musica?
Quello che ci sentiamo di consigliare a chi si affaccia al mondo della musica, giovani ma anche meno giovani, è di concentrarsi sull’appagamento personale che ti regala il fatto di suonare in armonia con amici e colleghi. Si tratta di una sensazione straordinaria e non c’è età che non sia adatta per iniziare“.

I bilanci si fanno sempre alla fine, ma vogliamo fare almeno un resoconto di questi primi quindici anni?
Il resoconto è presto fatto. Cinque anni di divertimento. Abbiamo fatto circa 200 concerti che ci hanno riempito di entusiasmo, ma devo dire che ci dettiamo molto anche durante le prove che effettuiamo regolarmente ogni settimana il mercoledì. Gli anni passano ma l’entusiasmo non è diminuito“.

STEFANO NICCOLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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