Le più importanti sculture prodotte tra Settecento ed Ottocento dalla Manifattura Richard Ginori, monumentali figure di porcellana, eccezionali per tecnica e dimensioni, sono esposte al Museo Nazionale del Bargello di Firenze da giovedì 18 maggio fino al 1 ottobre, nella prima mostra realizzata in Italia sulle statue di porcellana prodotte a Doccia.
Fondata nel 1737 dal marchese Carlo Ginori a Doccia, nei pressi di Firenze, la manifattura di porcellana di Sesto Fiorentino – divenuta nel 1896 Richard Ginori – è la più antica in Italia e tuttora funzionante.
Nel percorso espositivo al Bargello, dal titolo “La fabbrica della bellezza. La manifattura Ginori e il suo popolo di statue”, le più importanti sculture prodotte nel primo periodo della manifattura sono messe in dialogo con opere della collezione permanente del museo e presentate in confronti inediti con cere, terrecotte o bronzi che servirono come modello totale o parziale delle porcellane. Divisa in sei nuclei tematici, la mostra racconta quindi la storia della trasformazione di un’invenzione scultorea in una porcellana: e questo processo è analizzato attraverso ricerche originali incentrate su singoli casi studio.
Dal Museo Ginori sono state concesse le due opere più importanti dell’intera collezione: la Venere dei Medici, che riproduce la celeberrima statua della Tribuna degli Uffizi, e il monumentale Camino, coronato dalle riduzioni delle Ore del Giorno e della Notte delle tombe medicee di Michelangelo, restaurato in occasione della mostra. Grazie alla collaborazione con l’Accademia Etrusca di Cortona, è esposto in mostra lo straordinario Tempietto della gloria della Toscana donato da Carlo Ginori all’Accademia, anch’esso restaurato per la mostra. Il Tempietto riassume e concentra non solo le ambizioni artistiche, ma anche quelle politiche del fondatore della Manifattura di Doccia. Altre selezionate sculture sono state concesse in prestito da istituzioni italiane e straniere e da privati – alcune esposte in Italia per la prima volta, come la statua bronzea di Massimiliano Soldani Benzi del 1702 commissionata dal principe Johann Adam Andreas I di Liechtenstein – per dimostrare l’unicità della collezione conservata a Doccia, che costituisce l’eccezionale memoria materiale di una delle storie artistiche più gloriose d’Italia.
Oltre che per raccontare al grande pubblico un capitolo straordinario della produzione scultorea fiorentina, la mostra nasce per ridestare l’attenzione dei fiorentini e dell’opinione pubblica internazionale sulla sorte del Museo di Doccia, chiuso al pubblico dal 2014. La mostra “La fabbrica della bellezza. La manifattura Ginori e il suo popolo di statue” concepita in stretta collaborazione con l’Associazione Amici di Doccia, frutto di oltre un anno di ricerche, è curata da Tomaso Montanari e Dimitri Zikos, con la collaborazione di Cristiano Giometti e di Marino Marini.
“L’unicità del Museo di Doccia, del suo patrimonio artistico, e della Manifattura ci hanno spinto ad organizzare una mostra diversa – ha dichiarato Paola D’Agostino, direttrice del Museo Nazionale del Bargello – Questa mostra è frutto non soltanto di una stretta collaborazione tra i curatori e gli storici dell’arte che vi hanno contribuito in un serrato confronto culturale e politico, ma anche di una fitta rete di partecipazione di istituzioni italiane e straniere. Desidero esprimere la mia più sincera gratitudine agli enti che l’hanno generosamente finanziata, rendendo possibile una mostra diversa, ai musei e ai collezionisti che hanno concesso prestiti così singolari, e ai curatori e agli autori dei saggi che hanno lavorato a titolo gratuito, per contenere i costi della mostra e renderla il più possibile accessibile al pubblico – ha concluso D’Agostino – L’auspicio è che la mostra rappresenti un primo modello di collaborazione tra pubblico e privato, e che contribuisca alla rinascita del Museo e al rilancio della Manifattura Ginori“.
Red-Xio/AdnKronos