Julian Assange: le associazioni chiedono la cittadinanza onoraria di Sesto Fiorentino

1
413
Conferenza Julian Assange
Foto: TuttoSesto

Truth”. La scritta campeggia sulla t-shirt nera di Julian Assange, rappresentato su un cartonato. Dall’aprile 2019 il cofondatore e caporedattore di WikiLeaks si trova in carcere nel Regno Unito dopo aver reso pubblici documenti e filmati dell’amministrazione statunitense su crimini di guerra. 

Il 27 ottobre il cinema Grotta di Sesto Fiorentino ha proiettato “Ithaka”, il film sulla storia del noto giornalista australiano che potrebbe essere riprodotto in futuro anche nelle scuole di Firenze e Prato. Una serata – quella promossa da Associazione Atto Primo, Sesto Consapevole e Free Assange Italia il mese scorso – a cui hanno partecipato numerosi cittadini. Per questo motivo le tre realtà hanno deciso di chiedere al Comune di Sesto Fiorentino il conferimento della cittadinanza onoraria sestese al giornalista classe 1971.

ithaka-Julian Assange

Ci siamo appassionati alla figura di Assange, per questo motivo abbiamo ritenuto importante organizzare la proiezione del film. La sala era colma e durante la serata abbiamo raccolto centinaia di firme per ottenere la cittadinanza onoraria di Sesto Fiorentino, cosa già successa a Roma, Napoli, Reggio-Emilia e Ferrara. Queste città hanno capito l’importanza della figura di Julian Assange, di fatto un martire, a maggior ragione oggi con tutte le guerre in atto. Abbiamo bisogno di giornalisti che facciano giornalismo d’inchiesta. Abbiamo portato le firme presso il Comune di Sesto Fiorentino. Il nostro obiettivo è anche fare informazione perché vogliamo far conoscere Assange e la sua storia. A Ferrara la mozione per il conferimento della cittadinanza onoraria è stata approvava all’unanimità. Assange vive in uno stato di salute precaria e l’estradizione è sospesa. I cittadini hanno il diritto di essere informati” dicono in coro in conferenza stampa Serena Terzani e Federico Galleani, attivisti di Sesto Consapevole, la prima ex consigliere comunale a Sesto.

Julian Assange
Foto: TuttoSesto

La ricerca della verità ha avuto un’impennata con la fondazione di WikiLeaks. Assange non ha commesso crimini informatici. Non è un hacker, bensì un abile informatico che fa della libera informazione il suo punto cardine. Assange si proponeva di essere lo snodo informativo del giornalismo d’inchiesta. Per incarcerarlo gli USA hanno utilizzato una legge del 1917, varata all’epoca perché gli Stati Uniti non avevano una legislazione adatta a punire lo spionaggio. E’ la prima volta che una legge per sanzionare lo spionaggio viene utilizzata contro un giornalista. Se dovesse vincere la censura dell’informazione, l’impianto della democrazia si svuoterebbe del suo significato” aggiunge Paolo Baldi che ha fatto da trait d’union con l’associazione Free Assange.

Come cittadini riteniamo che ogni istituzione debba fare il possibile per difendere i principi che sostengono la libertà di stampa, il diritto a ricevere una corretta informazione e la difesa di quei giornalisti che, a scapito della sicurezza personale e familiare, della loro libertà e a volte anche della loro vita, portano avanti il giornalismo d’inchiesta ed una strenua difesa del diritto dei cittadini di essere informati. Julian Assange è uno dei simboli di questa battaglia di democrazia che trova in Europa ed anche fuori di essa sostegno e condivisione, purtroppo ancora non sufficienti, dopo anni di detenzione, a restituirgli la vita.

Auspichiamo che su questa richiesta di così tanti cittadini si realizzi in Consiglio comunale un’ampia convergenza, facendo così di Sesto Fiorentino un Comune che riconosce l’importanza dell”informazione nella pratica democratica, in stretta continuità con i valori della Resistenza che informano il suo Statuto“. Così si legge nella mail inviata il 28 novembre da Free Assange Italia, Associazione Atto Primo e Sesto Consapevole al sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, alla giunta e ai gruppi consiliari. La palla, adesso, passa nella metà campo del Comune.

STEFANO NICCOLI

1 COMMENTO

  1. Sono stata alla proiezione del film Ithaka e ho sentito molta tristezza nel cuore. Finchè ci sarà un ‘uomo innocente messo in quella situazione di totale mancanza di libertà di esprimersi, di vivere la propria vita, ognuno di noi porterà, anche se inconsciamente, un senso di vergogna e dolore dentro di sè. Fare finta di non sapere o di non essere interessato di quello che succede ad uno dei nostri ‘fratelli umani’, non scongiura il male che ci attiriamo poi addosso.

LASCIA UN COMMENTO