“La sposa cadavere” in scena al Teatrodante Carlo Monni di Campi

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Oltre 20 artisti sul palco tra attori, cantanti, ballerini, musicisti per uno spumeggiante musical a cavallo tra sfumature dark e comicità: è la “La Sposa Cadavere”, spettacolo firmato da Riccardo Giannini e prodotto da Magnoprog, che sarà in scena venerdì 14 dicembre alle 21.00 e in replica sabato 15 alle ore 16.30 e alle 21.00 al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio (piazza Dante, 23).

Lo spettacolo, sui testi originali di Gregory Eve, è ispirato a un’antica fiaba ebreo-russa del XIX secolo, resa famosa dal film d’animazione omonimo di Tim Burton e Mike Johnson del 2005. Sul palco, gli attori si destreggeranno tra “l’Aldiqua”, il mondo dei vivi, in realtà dai toni grigi e freddi, ispirato ai film della Universal Studio degli anni ’30 e un “Aldilà” colorato, che segnala il contrasto tra la paura della morte e l’accettazione serena della stessa sulle musiche composte da Claudio Corona. Beatrice Baldaccini vestirà i panni di Emily, La Sposa Cadavere, Luca Avagliano, interpreterà Victor, il promesso sposo; Gaia Nanni, si destreggerà tra vari ruoli. Completano il cast Chiara Materassi, Riccardo Giannini, Simone Alfred Marzola, Antonio Lanza, Daniele Favili, Simone Fisti.

La storia racconta di Victor, un uomo che recita la promessa d’amore per la sua sposa, Victoria, infilando l’anello in quello che crede un ramo fuoriuscito dalla terra. Quel ramo, poi, si rivelerà essere l’anulare di una donna uccisa nel giorno del suo matrimonio, Emily, sepolta in abito da sposa che, grazie a quelle parole, tornerà in vita legandosi al giovane. Solo l’amore vero potrà sciogliere l’incantesimo, per coronare il sogno d’amore.

“La sposa cadavere è una favola dal retrogusto amaro che nel nostro spettacolo acquisisce una vena di comicità. – dice il regista Riccardo Giannini – Parla di una donna che, nella sua ingenuità e bontà, chiedeva soltanto di essere presa in moglie ma che non convolerà mai nozze. È un personaggio che fa tenerezza e si arrende di fronte all’amore terreno. Abbiamo arricchito lo spettacolo, non modificandolo nella sua natura, ma rendendolo più fruibile e meno didascalico”.

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