La stretta del governo…ancora troppo larga. Troppe aziende aperte: l’assist di Fossi e Falchi ai “padroni”

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La notizia era nell’aria da qualche giorno. L’ufficialità è arrivata in un triste venerdì (20 marzo, ndr) di un “anno bisesto e funesto”. Il governo ha disposto misure ancora più restrittive delle nostre libertà individuali. A firmare l’ordinanza, composta da soli due articoli e valida fino al 25 marzo, giorno in cui scadrà il decreto del Presidente del Consiglio, è stato il ministro della salute Roberto Speranza.

E’ evidente, però, come quella dell’esecutivo sia solo una “mini stretta”. Bene la chiusura dei parchi e dei giardini, ma sul famigerato jogging restano ancora tanti, troppi punti interrogativi. Recita l’ordinanza: “Resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona”. La domanda, allora, sorge spontanea: cosa significa “in prossimità della propria abitazione?“. In tanti, soprattutto attraverso i social network, se lo stanno chiedendo da ieri sera. In questo punto (ma non solo in questo a dire la verità), l’ordinanza manca di chiarezza. Il concetto è soggettivo. E quando una legge, un decreto o un’ordinanza sono interpretabili, a vincere è solo la confusione. Tante persone potrebbero decidere di uscire di casa nello stesso momento per andare a passeggiare o a correre “in prossimità dell’abitazione“. Risultato: assembramento, ciò di cui ora non abbiamo bisogno. Servono regole chiare, che non lascino spazio all’interpretazione. Bene le denunce penali, ma non bastano. “E’ necessario fare di più“, ha detto Roberto Speranza. Nei prossimi giorni il governo emanerà un nuovo decreto. 

Quello sopra descritto, però, è solo una prima parte del problema e, probabilmente, nemmeno la più grave. Ci sono ancora troppi lavoratori in giro. L’attività di aziende produttrici di beni non necessari in questo periodo sta continuando regolarmente. E’ vero che i problemi economici sono e saranno ingenti, ma in gioco ci sono la salute e la vita. L’appello lanciato da Emiliano Fossi e Lorenzo Falchi, sindaci di Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino, ai titolari delle ditte “non prioritarie” è più che giusto. La palla adesso passa ai “padroni”. Vedremo se, ed eventualmente come, risponderanno. E vedremo anche se altri primi cittadini della Città Metropolitana seguiranno l’esempio di Fossi e Falchi.

Venerdì 20 marzo Repubblica ha pubblicato l’intervista a Massimo Galli, ordinario di malattie infettive alla Statale di Milano e primario all’ospedale Sacco. Mi ha colpito questa frase: “Stamattina (giovedì, ndr ) venendo in ospedale ho trovato gli operai che tracciavano le strisce bianche in terra, la segnaletica. Ora, mi chiedo: è importante fare una cosa del genere adesso? Non sarebbe meglio rimandarla?“.
Andrà tutto bene? Dipende da noi.

STEFANO NICCOLI

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