L’appello di Marcheschi (FdI) ai sindaci: “Chiedete la quarantena per i cinesi di ritorno”

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Fratelli d'Italia

Paolo Marcheschi, capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, lancia un appello ai sindaci di Firenze, Prato e della Piana sul ritorno dei cinesi in Italia.

 

“I sindaci delle comunità interessate dal rientro di 2.500 cittadini cinesi, non possono lavarsene le mani, facendo i “Ponzio Pilato” della situazione . Non mi sento rassicurato dalle dichiarazioni dell’Assessore Saccardi e come me molti cittadini che continuano a chiamare anche in Consiglio regionale. Se il protocollo nazionale impone un livello minimo, io chiedo ai sindaci di Firenze, Prato, Scandicci, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano di alzare il livello di precauzione e scendere in campo per tutelare maggiormente i loro concittadini. Non possiamo sottovalutare l’allarme della comunità scientifica. 

 

I migliori virologi italiani indicano la quarantena come l’unico provvedimento efficace a scongiurare il contagio, invece la Toscana lo considera un provvedimento drastico, come ha affermato il dott.Berti responsabile regionale del settore prevenzione. Io invito i Sindaci a chiedere alla Regione di essere drastici. O almeno emettano un’ordinanza per invitare ad una quarantena volontaria ma monitorata da personale sanitario . In base all’art.50 del Testo Unico degli enti locali, “il sindaco in particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica può adottare ordinanze contingibili e urgenti quale rappresentante della comunità locale”.

 

Questa del coronavirus è un’emergenza e l’imponente presenza di migliaia di cittadini cinesi, che dalla madrepatria stanno tornando nelle nostre comunità, impone misure precauzionali più incisive e specifiche per la zona che va da Prato e Firenze. I sindaci della Piana non hanno esitato a schierarsi contro la Regione, quando si è trattato di opporsi al termovalorizzatore di Case Passerini e all’ampliamento dell’aeroporto, ora che davvero è in gioco la salute dei propri cittadini mettano la stessa determinazione nell’opporsi alla possibile diffusione del coronavirus anche nelle nostre città”.

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