Moschea, Falchi: “Un luogo di culto dignitoso per migliorare la convivenza e il confronto”

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Queste alcune parole del sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, nel corso del dibattito pubblico sulla moschea tenutosi alla biblioteca Ernesto Ragionieri nella serata di martedì 30 gennaio:

Il protocollo di intesa per la realizzazione di una moschea e di un centro culturale islamico a Sesto Fiorentino è stato sottoscritto il 22 di dicembre. Il caso ha voluto che la firma coincidesse con il 70° anniversario della promulgazione della nostra Costituzione che proprio nella sua prima parte richiama ai diritti e alle libertà, anche di culto, di ogni cittadino. Con l’accordo, che offre alla comunità musulmana di professare la propria religione in un luogo degno, riteniamo di aver realizzato un pezzettino dei princìpi contenuti nella Costituzione. Tutto questo senza la compartecipazione economica del Comune e di nessun altro Ente pubblico.

La alternative, che purtroppo vediamo realizzarsi in molte altre parti del nostro Paese, non sono dignitose: cantine, garage o fondi sfitti. La sfida che abbiamo davanti è quella di realizzare una convivenza pacifica tra culture diverse. Il percorso sarà lungo, ma condiviso anche sul progetto architettonico. La comunità musulmana ha fatto un gesto molto importante decidendo di aprire un concorso internazionale di architettura per attingere alle migliori intelligenze e competenze per costruire un luogo che sia il più possibile bello e ben inserito nel contesto in cui si va ad inserire. Un luogo, quello davanti al circolo di via Pasolini, che proprio grazie alle opere di urbanizzazione agli interventi sulla viabilità e la mobilità, che saranno conseguenti alla realizzazione dell’opera, potrà trovare essere riqualificato.

I volumi dell’opera sono dettati dal regolamento urbanistico del nostro Comune, approvato dal Consiglio comunale che prevedono per quel terreno, già da molti anni, la realizzazione di un luogo di culto fino ad una volumetria di 2500mq. Più o meno come la Chiesa dell’Immacolata.

L’intesa rappresenta un segnale volto a combattere la paura e l’odio nei confronti di chi pensiamo sia diverso per cultura, religione ed esperienze di vita, e un tentativo di migliorare la convivenza e il confronto con coloro che già vivono con noi da tempo“.

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