Nardella ripropone la “Grande Firenze”: intervista a Ivan Moscardi (pres. Consiglio comunale Sesto)

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Ivan Moscardi

Lo si potrebbe chiamare tema evergreen, cioè che non tramonta mai. Ci riferiamo alla Grande Firenze. Dario Nardella ne ha parlato nell’intervista pubblicata su Repubblica Firenze venerdì 21 maggio 2021. Il primo cittadino ha annunciato, tra le altre cose, che il 18 giugno s’incontrerà con i sindaci della cintura che va dalla Piana all’Impruneta. Non mancano le voci contrarie a questo progetto. Come quella di Ivan Moscardi, presidente del Consiglio comunale di Sesto Fiorentino. Lo abbiamo intervistato in esclusiva.

Nardella ha parlato di “strumento giuridico” che dovrebbe permettere la gestione congiunta di alcuni servizi, ad esempio la refezione scolastica. E’ un progetto attuabile senza effetti negativi?
Ad onor del vero non si capisce di quale strumento giuridico parli Nardella. Deduco che lui sia più propenso ad una fusione degli 11 Comuni (Firenze, Campi, Sesto, Calenzano, Signa, Lastra a Signa, Scandicci, Bagno a Ripoli, Impruneta, Fiesole e Vaglia) e questo non sarebbe altro che un’annessione dei Comuni contermini al capoluogo. Mentre gli altri sindaci dei Comuni limitrofi sembrerebbe che siano più propensi ad usare una forma giuridica come l’unione dei Comuni, che altro non è che una gestione associata di servizi. Comunque, sia nell’uno che nell’altro caso, dico che il progetto dal punto di vista tecnico è fattibile, ma presenta degli aspetti sicuramente negativi, ma oserei anche dire, senza nessuna enfasi, devastanti”.

Perché devastanti?
Perché l’accentramento è un fenomeno che allontana i centri decisionali dai cittadini e quindi addio alla partecipazione, ovvero a quello straordinario strumento di ascolto, elaborazione e confronto che un’amministrazione comunale lungimirante attua. Si pensi infatti al bilancio partecipativo che in questi anni il sindaco di Sesto, Lorenzo Falchi di Sinistra italiana, ha attuato quartiere per quartiere e che ha visto una consistente presenza di cittadini interessati a decidere come spendere porzioni del bilancio comunale e a misurarsi vis a vis con gli assessori o il sindaco stesso. Immaginiamoci come questo possa accadere in un Comune di dimensioni e abitanti enorme: impossibile. Il processo decisionale verrebbe indubbiamente burocratizzato”.

Solo questo?
Ma no, ce ne sono altri di aspetti, anche se quello della mancata partecipazione non è uno scherzo. Per esempio, prendiamo la gestione associata dei servizi. In alcuni settori c’è già: pensiamo ai concorsi per il reclutamento del personale che sono banditi e svolti fra più Comuni e che a loro volta si prestano le graduatorie, semplificando in modo enorme l’aspetto burocratico legato alle assunzioni nel pubblico impiego, oppure alla grande partita dei servizi pubblici che i cittadini usufruiscono tutti i giorni come l’acqua, lo smaltimento rifiuti e il gas metano. Per questi servizi essenziali, che poi sono fra i compiti primari di un Ente locale, la gestione associata dei servizi esiste già da anni, in quanto sono erogati dalle stesse aziende, senza alcun bisogno di ingegnerie istituzionali. Invece per altri tipi di servizi e funzioni è impensabile poterli associare. Un esempio su tutti è la proposta di accorpamento dei corpi di Polizia municipale di tutti gli 11 Comuni, come propone il sindaco di Scandicci. Questa è pura follia. Prima di tutto perché ci fa capire di non conoscere a fondo il ruolo e le funzioni della polizia locale che non è una normale forza di polizia, ma una polizia specificatamente amministrativa e non dedita, salvo rari casi, all’ordine pubblico, per il quale ci sono già i Carabinieri e la Polizia di Stato e quindi non serve un ulteriore doppione. Quindi, rimanendo sempre nel tema della Polizia municipale, anziché pensare a ingegnerie istituzionali come dicevo, si lavori in maniera seria per una sua riforma a livello parlamentare che impegni la polizia locale in un organo che contrasti i problemi dell’oggi, ossia i reati ambientali, fiscali e quelli della sicurezza sul lavoro e per far ciò non occorrono dei corpi mastodontici, ma corpi di dimensioni idonee per tenere un legame stretto con il loro territorio. Un’altra proposta choc è quella di accorpare le mense di ristorazione scolastica. Qui la cosa è ancora più folle perché chiunque sa che più pasti si producono e peggiore è la qualità. Si risparmierà qualche spicciolo, ma ci si perde in qualità e il tutto a danno della salute delle nostre bambine e dei nostri bambini”.

Nardella è tornato a parlare di impianti di smaltimento dei rifiuti e di aeroporto. A Sesto qualcuno potrebbe tornare a preoccuparsi. Il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, ad esempio ha parlato di differenti visioni politiche difficili da superare. Cosa ne pensa?
Nardella ha detto delle cose preoccupanti. Innanzitutto ha parlato di superare il concetto di ‘volumi zero’ per aprire alla costruzione di case popolari. Intendiamoci, bene dare risposta al problema casa, ma questo non può avvenire a danno del consumo di suolo. O non parliamo di ridurre del 30% le emissioni nei prossimi dieci anni? Poi, di fronte a questa affermazione, nasce un sospetto: siccome sappiamo che Firenze non ha più suolo libero da consumare, allora si vuole questa operazione di fusione o unione di comuni, per poter costruire quello che lui chiama il social housing nei terreni liberi della piana, piuttosto che nelle colline dell’Impruneta. Anche questo è inaccettabile. Ma c’è di più, nelle parole del sindaco di Firenze, ma soprattutto in quelle del sindaco di Bagno a Ripoli, si legge che questa operazione serve per mettere una volta per tutte la parola fine alla divisione sulle grandi opere strategiche, come l’aeroporto. Ecco, anche da questo punto di vista, la Grande Firenze è devastante poiché è evidente che qualcuno la vede come uno strumento per sopprimere il dissenso dei sindaci e dei cittadini che li votano. Insomma, Falchi nel 2016 ha vinto le elezioni a Sesto Fiorentino su aeroporto e inceneritore, contro il parere della gran parte dei sindaci degli 11 comuni compreso Firenze. Non solo, ma oggi, il 96% del Consiglio comunale di Sesto Fiorentino si è espresso ancora contro quell’opera, dicendo giù le mani dalla decisione della magistratura. Quindi il dissenso della comunità sestese verso l’aeroporto si è irrobustito. Per cui occorre uno strumento che renda insignificante il voto di una parte dei cittadini: ecco a cosa serve la Grande Firenze”.

Il 18 giugno è previsto un incontro con i sindaci della cintura che va dalla Piana all’Impruneta. Cosa ci dobbiamo aspettare?
La strada della Grande Firenze è ancora lunga poiché fra Nardella e gli altri sindaci non mi pare che ci sia proprio sintonia sulla forma giuridica, vedremo. Fossero lungimiranti lavorerebbero a livello nazionale, al ripristino delle funzioni della fu Provincia a partire dall’elezione diretta dei suoi rappresentanti perché mi pare evidente che l’Ente di secondo grado, chiamato Città Metropolitana, non serve ed è inutile, mentre il tema di una programmazione comune riconosco senza dubbio alcuno che è ineludibile. Intanto in autunno a Sesto Fiorentino si rivota e i sestesi non ‘bevono a boccia’, come ebbe a dire nel 2016 un ex sindaco della nostra città, all’indomani della vittoria di Sinistra italiana e del suo sindaco Falchi. Vedremo“.

STEFANO NICCOLI

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